Si chiude l’epoca dei contenziosi sull’utilizzo in Italia di frequenze televisive interferenti con l’estero. Lo switch-off degli impianti sull’Adriatico che si sovrapponevano alle trasmissioni di Paesi confinanti è stato portato a termine dal ministero dello Sviluppo economico, con la sola eccezione delle Marche, dove le operazioni sono state temporaneamente sospese a causa delle conseguenze del recente terremoto.
“Dopo decenni l’Italia delle frequenze torna nella legalità internazionale – afferma Antonello Giacomelli, sottosegretario al Mise con delega alle Comunicazioni – Nel momento di insediamento di questo governo l’Itu (International Telecommunication Union), l’Onu delle frequenze, ci ricordò che l’Italia era da tempo un’osservata speciale perché utilizzava frequenze tv non coordinate che appartenevano ai paesi confinanti. Ci siamo impegnati a rimediare e, dopo un lavoro molto complesso – prosegue Giacomelli – oggi abbiamo mantenuto la parola e possiamo sederci ai tavoli di coordinamento con i paesi confinanti anche in vista della liberazione della banda 700”.
I problemi con Francia, Malta e Svizzera erano stati risolti nella prima metà del 2016, spiega una nota del Mise, mentre le frequenze interferenti con Croazia e Slovenia sono state spente tra l’inizio e la fine di novembre. Nel complesso le frequenze spente sono state 12 in Puglia, 10 in Abruzzo e Molise, 9 in Friuli-Venezia Giulia, 8 in Veneto, 5 in Emilia, 4 in Sicilia, 2 in Liguria e Toscana e 1 in Lombardia.
Contemporaneamente, ricorda il ministero, sono state messe a disposizione 26 frequenze coordinate in Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Toscana e Sardegna, 18 delle quali sono state effettivamente assegnate in base alle richieste dei fornitori di servizi media audiovisivi.
Apprezzamento per l’operazione è stato espresso da Houlin Zhao, segretario generale dell’Itu, che si è congratulato con Giacomelli per “la sua tenacia nel mettere a punto, adottare e implementare questo complesso processo, risolvendo una serie di importanti sfide politiche e finanziarie. Confido nel fatto – prosegue Zhao in una nota – che questo successo serva come esempio per altri Paesi nella riallocazione efficace ed efficiente dello spettro”.
Ringraziamenti a Eva Spina, direttore generale per la programmazione delle Frequenze al ministero dello Sviluppo economico, e ad Angelo Marcello Cardani, presidente di Agcom, vengono da François Rancy, direttore del board sulle radiocomunicazioni dell’Itu “per il loro contributo nel portare le trasmissioni televisive italiane alla conformità con il sistema di regole internazionali”.