RADIO SPETTRO

Frequenze, nasce il progetto di un’Agenzia nazionale

Il futuro organismo si inserirebbe nel quadro della riorganizzazione del ministero dello Sviluppo avviato da Zanonato: previsto l’accorpamento di Comunicazioni, Energia e Impresa in un unico Dipartimento sulle politiche industriali

Pubblicato il 28 Ott 2013

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L’armonizzazione e la gestione dello spettro per un uso efficiente delle risorse è ormai un obiettivo condiviso da tutti; gli scenari futuri nel campo delle telecomunicazioni non lasciano spazio a dubbi; di conseguenza è opportuno avviare una riflessione su come riformare gli assetti istituzionali che ci hanno portato all’attuale situazione.

Al recente The1000x Antonio Sassano ha affermato che mentre “l’Europa ha lanciato il Radio Spectrum Policy Programme l’Italia è in ritardo”, e che “l’Italia deve partecipare più attivamente alle riunioni dei gruppi tecnici internazionali”. Mario Frullone ha sostenuto che “il Mise deve fare Impact Assessment dello Spettro per conoscerne valore, per non ripetere gli errori del passato”: anche questa opinione è largamente condivisa.

Proprio in queste settimane il ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha avviato le procedure di riorganizzazione del Dicastero di via Veneto, che prevedono la riduzione del numero dei Dipartimenti da quattro a due; il nuovo disegno prevede il mantenimento del Dipartimento Sviluppo e Coesione Economica (Dps), mentre gli altri tre Dipartimenti attuali (Comunicazioni, Energia e Impresa) verrebbero accorpati in un unico Dipartimento sulle politiche industriali.

Inoltre già da alcuni mesi, dopo la quiescenza dell’Ing. Francesco Troisi, la Direzione Generale per la Pianificazione e la Gestione delle Spettro Radioelettrico è vacante.

In questo quadro nasce la proposta di istituire adesso l’Agenzia Nazionale delle Frequenze, con la missione di pianificare, gestire, assegnare e controllare l’utilizzo dello spettro radioelettrico; in pratica l’Agenzia potrebbe assorbire tutte le funzioni della DGPGSR e anche la competenza ora di Agcom relativa alla pianificazione; l’attuale modello di governance “bicefala” (Agcom pianifica, il Ministero assegna) è ampiamente criticato in dottrina.

Per inciso sarebbe invece opportuno che Agcom acquisisse dal ministero la competenza al rilascio delle autorizzazioni ai fornitori di servizio di media audiovisivi nel digitale terrestre, dal momento che ha già la competenza per il rilascio delle autorizzazioni sulle altre piattaforme (Satellite, Web).

Sempre al The1000x Fabio Colasanti ha chiarito come “quella sullo spettro non è più una discussione da tecnici, ma un dibattito per la politica e i consumatori”. Paolo Gentiloni ha ribadito che “serve una strategia italiana 2020 sullo spettro”

L’istituzione dell’Agenzia Nazionale delle Frequenze, inserita nel quadro dell’attuale riorganizzazione in atto al Ministero dello Sviluppo Economico, rappresenterebbe un punto di svolta dopo anni di relativa confusione ed un momento di necessario chiarimento degli assetti e delle competenze delle diverse realtà istituzionali coinvolte. Certamente l’A.N.F. potrà diventare un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore delle telecomunicazioni e garantire una forte presenza dell’Italia nelle istituzioni internazionali.

Inoltre l’ANF nascerebbe senza alcun aggravio di costi per la finanza pubblica: alcune stime preliminari effettuate prefigurano in prospettiva un certo risparmio economico.

Il dibattito sulla soppressione del Dipartimento delle Comunicazioni dovrebbe quantomeno considerare questa opportunità: dovendo comunque il Governo decretare sulla riorganizzazione del MISE sarebbe un peccato sprecare l’ennesima occasione per adeguarci ai migliori standard europei anche sotto il profilo istituzionale: il modello dell’A.N.F.R. adottato in Francia ne rappresenta un buon esempio.

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