LO SCENARIO

Frequenze, parte la giostra per la banda 700 Mhz

Si scaldano i motori sullo sfratto delle Tv dallo spettro “pregiato” per lasciar posto alla banda larga mobile. E il governo si prepara al Dvb-T2: rimandata al 2016 la messa al bando dal mercato dei vecchi apparecchi non abilitati al nuovo standard

Pubblicato il 26 Gen 2015

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“Le frequenze della banda 700 Mhz non c’entrano nulla. Sulla loro destinazione il Governo italiano rispetterà le indicazioni della Commissione europea che proprio pochi mesi fa, con il Rapporto Lamy, ha fissato al 2020 il momento di passaggio alla banda larga mobile delle frequenze Uhf a 700 Mhz, alcune delle quali oggi utilizzate da Mediaset”.

Ad affermarlo è Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, replicando al giornale “Il Fatto quotidiano” che ha collegato frequenze e standard Dvb-T2 e parlato di “regalo a Mediaset” a proposito del rinvio dell’introduzione dei televisori che ricevono trasmissioni in tecnologia Dvb-T2 deciso nel Milleproroghe.

Mediaset non c’entra nulla – spiega Giacomelli in una nota -. Chi lo scrive fa confusione tra standard tecnologici e frequenze. Il rinvio deciso dal Governo è motivato solo dall’evoluzione tecnologica in corso che oggi impedisce di capire se prevarrà lo standard H.264 o quello Hevc. Si tratta di una norma a tutela dei consumatori: meglio prendere tempo per evitare di vendere apparecchi tv che potrebbero essere già superati nel momento in cui arrivano sul mercato”.

Ma a guardar bene l’unico effetto del rinvio è che ancora per un anno e mezzo potranno essere venduti in Italia televisori di vecchia generazione. I prezzi saranno di certo convenienti, ma non è detto che si tratti di veri e propri affari, dal momento che nel giro di pochi mesi ci si potrebbe trovare a possedere apparecchi Tv obsoleti e da cambiare velocemente con il passaggio allo standard più avanzato.

Ma qual è il legame tra la liberazione della banda 700Mhz e il passaggio al Dvb T2 (o all’Hevc) disponibile dal prossimo anno?

Andiamo con ordine: con il Dvb-T2 sarà possibile passare dalla trasmissione in Mpeg2 a quella in Mpeg4 e sucessivamente all’Hevc: questo consentirà a ogni Multiplex di trasportare più del doppio del segnale che trasporta oggi. Una possibilità preziosa, perché consentirà di riassorbire i 12 canali che dovranno abbandonare i 700 Mhz, e il passaggio dagli attuali 30 multiplex destinati alla Tv a 17. Per questo sarà fondamentale che la transizione al Dvb-T2 avvenga prima della liberazione delle frequenze dei 700 Mhz.

Il rinvio del Governo non incide in alcun modo sull’abbandono dei 700 Mhz: la Commissione europea, infatti, prevede che le frequenze debbano essere liberate, secondo quanto stabilito dalla Commissione Lamy, nel 2020, con una tolleranza di due anni in più o in meno: quindi dal 2018 al 2022 al massimo. E se pure il passaggio fosse possibile nel 2018 (ma gli addetti ai lavori parlano della necessità di almeno 4-5 anni se si partisse subito), a quel punto i nuovi standard di trasmissione sarebbero già operativi da più di un anno.

Oggi, tra l’altro, non ci sono segnali che l’Italia voglia adeguarsi nei tempi più rapidi alla nuova destinazione della banda dei 700 Mhz, come ad esempio sembra intenzionata a fare la Francia. I tempi infatti sono stretti, a iniziare da quelli necessari all’Agcom per varare il regolamento e la pianificazione che dovrà stabilire le norme per il passaggio. Al ministero invece spetteranno le decisioni sui probabili risarcimenti agli operatori Tv che traslocheranno dalle frequenze che oggi occupano, da pagare con i proventi dell’asta.

Infine rimane l’incognita sulla disponibilità degli operatori Tlc a impegnarsi in un’asta che potrebbe rivelarsi molto onerosa, e che sarebbe difficile da affrontare senza un consolidamento del settore: con la situazione attuale, e cioè con quattro operatori che si fanno la concorrenza sui prezzi, sarà particolarmente difficile mobilitare risorse per la “preziosa” banda 700. Già oggi i segnali che arrivano dalle Tlc sono chiari, anche sull’asta per la Banda L, che il Governo vorrebbe mettere a gara in tempi rapidi.

Dall’estero però arrivano notizie di segno opposto: negli Usa si profila come un “best seller” la gara indetta dalla Federal Communications Commission (Fcc) per porzioni di spettro ancora più alte nello spettro radio. L’asta riguarda i diritti per le frequenze AWS-3, (meno pregiate della banda 700 per le telecomunicazioni mobili), e sta riscuotendo un successo superiore a ogni aspettativa: la gara è alle battute finali, e l’introito atteso dagli analisti (tra i 14 miliardi e i 22 miliardi di dollari) è già nettamente superato: le offerte sono arrivate da aziende grandi e piccole per un totale che ha superato i 44,5 miliardi di dollari. Questo farebbe dell’asta dello spettro AWS-3 (1695-1710MHz, 1755-1780MHz e 2155-2180MHz) il più grande successo ottenuto finora dalla Fcc, superando i 13,7 miliardi raccolti per l’asta AWS-1 nel 2006 e i 18,9 miliardi dell’asta per i 700 MHz nel 2008.

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