La strategia broadband del governo britannico sotto attacco della House of Lords per “aver fallito” l’abbattimento del digital divide nel Paese. Un report pubblicato dalla Communications Committee guidata da Lord Alphonse Inglewood accusa il governo di puntare più sulla fornitura di velocità di accesso a chi già è collegato a Internet piuttosto che sull’allargamento dell’accesso e su una rete nazionale “future proof”.
Il report “Broadband per tutti – una visione alternativa” contiene una serie di raccomandazioni al governo per connettere a Internet tutta la popolazione così da evitare che “aziende e cittadini rischino di rimanere indietro” rispetto all’evoluzione tecnologica. Secondo il presidente della Commissione è giusto che il broadband venga considerato una priorità, a patto però che “si punti più sul suo accesso che sulla sua velocità”. Secondo il report la fornitura di banda larga dev’essere considerata parte dei piani per l’infrastruttura nazionale e propone una nuova visione che abiliti l’accesso e la riduzione del digital divide. La realizzazione di un piano del genere si basa sulla creazione di una robusta rete nazionale resiliente che permetta l’accesso open alla fibra ottica in grado di fornire piattaforme per comunità locali e aziende.
Tra i suggerimenti chiave del report anche un secondo switch off televisivo che trasferisca la trasmissione di contenuti a Internet lasciando lo spettro radio libero per un “più vantaggioso” utilizzo del broadband mobile. Il governo, secondo il report, potrebbe mettere a punto un piano per collocare nel giro di qualche anno ogni canale tv, inclusa la Bbc, su Internet liberando frequenze per altri usi. Le frequenze radio sono infatti “più adatte al mobile”, e il loro utilizzo per la trasmissione televisiva è da considerarsi “uno spreco”. Il nuovo switch off potrebbe avvenire tra qualche anno, ma governo, autorità di regolamentazione e industria potrebbe cominciare a pianificare il passaggio già da oggi.
La raccomandazione arriva a pochi mesi dallo switch off britannico (non ancora totale: mancano all’appello nord-est e Irlanda del Nord) che ha moltiplicato l’offerta televisiva britannica. Già BT, TalkTalk, Sky e Virgin Media stanno muovendosi rapidamente per offrire più contenuti on demand via Internet.