“Risoluzione di criticità esistenti” e “sviluppo futuro del settore e di utilizzo efficiente delle risorse”: con una nota Agcom conferma le grandi manovre sul radiospettro anticipate da la Repubblica e spiega gli obiettivi della svolta che ha deciso di imprimere al turbolento panorama delle frequenze italiano. Mettendo ordine nel far west dell’etere italiano e riequilibrando il caos accumulato in particolare nel passaggio al digitale terrestre. Il risultato immediato sarà la modifica delle operazioni di gara: che a questo punto si sdoppiano. Una prima gara con tre multiplex “reimpacchettati” e destinati alle Tv, una seconda con frequenze destinate alle Tlc per la realizzazione di Lte.
“In riferimento ad alcune notizie – scrive l’authority – apparse nei giorni scorsi sulla stampa, relative alla predisposizione delle regole per l’asta delle frequenze televisive, il Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Angelo Marcello Cardani, sottolinea che l’Agcom sta assolvendo ai compiti che la legge le ha assegnato ponendo particolare attenzione alla risoluzione di criticità esistenti, in un’ottica di sviluppo futuro del settore e di utilizzo efficiente delle risorse”.
Cardani ricorda l’iter che ha portato al nuovo scenario: lo schema di provvedimento approvato da Agcom il 17 dicembre è stato trasmesso alla Commissione Ue riservandosi “di concludere gli approfondimenti tecnici volti a migliorare la qualità dei multiplex messi a gara, attraverso la soluzione di problemi di interferenze che sono stati segnalati nel corso della consultazione pubblica”.
Gli “approfondimenti” riguarderanno la composizione dei lotti e il numero delle frequenze da riservare all’asta: e servono, spiega Agcom, a correggere “distorsioni stratificate” e a raggiungere alcuni obiettivi strategici. In particolare “un miglioramento del grado di concorrenza tra operatori esistenti e soggetti nuovi entranti”, una più efficiente “utilizzazione delle frequenze televisive nel rispetto del coordinamento internazionale e tenendo conto del futuro sviluppo della banda larga mobile” e un miglioramento della copertura “del servizio pubblico”.
A questo punto l’Autorità – conclude il Presidente – confida di poter concludere in tempi brevi il proprio lavoro e di trasmetterne quanto prima gli esiti alla Commissione europea ai fini della definitiva approvazione del provvedimento. Ottenuta la quale, le regole di gara saranno tempestivamente trasmesse al ministero dello Sviluppo Economico cui la legge assegna il compito di effettuare l’asta.
Agcom dimezzerà le reti da mettere a gara da sei a tre. Buona parte delle frequenze sottratte all’asta risolveranno una serie di criticità nate nel passaggio dalle trasmissioni analogiche al digitale terrestre. Si tratta di problemi che riguardano il segnale Rai, “l’invasione” dei programmi italiani in paesi stranieri nonché le interferenze tra il segnale tv e i cellulari.
La programmazione di Mediaset e Telecom Italia che viaggia sulle frequenze 56 e 60 per raggiungere i telespettatori in Sicilia arriva dove non dovrebbe ovvero a Malta. Contestazioni ad Agcom sono arrivate anche dalla Croazia e dalla stessa Francia, per le interferenze italiane sui televisori della Corsica.
C’è poi un’altra questione al vaglio dell’autorità. Telecom Italia Media, editore de La 7, occupa la frequenza numero 60. Subito dopo – lungo la frequenza 61 – Wind è già pronta a lanciare i servizi dei telefonini di generazione Lte. La possibilità di interferenza reciproca tra tv e nuovi cellulari è altissima. Tutti problemi – interferenze con stati esteri sul segnale tv e tra tv e cellulari – cui Agcom punta a trovare una soluzione riservando una parte delle frequenze originariamente destinate alla gara.
Anche le tre reti che saranno battute all’asta (quelle nella parte più bassa dello spettro, a licenza ventennale) verranno “riviste”: oggi infatti arrivano solo al 70, all’82 e al 90% degli italiani. Prima della vendita, la copertura sarà perfezionata con un nuovo “rimpacchettamento” aggiungendo frequenze di massimo pregio, tutte entro il numero 49.
Altre frequenze di buona qualità come la 54 e la 55 – sottratte all’asta – serviranno a risolvere i problemi di Rai, Mediaset o Telecom Italia Media. Le frequenze dal 57 al 60 saranno riservate infine alle telecomunicazioni, per evitare che i nuovi cellulari finiscano con l’invadere gli spazi della televisione. Il piano di lavoro dell’Agcom ha ricevuto un primo informale via libera della Commissione europea.