SPETTRO RADIO

Frequenze, svolta di Giacomelli: stop al Far west dell’etere

Il sottosegretario alle Comunicazioni a François Rancy (Itu): “Risolveremo il problema dell’eccessiva saturazione dello spettro con una profonda riforma dell’emittenza locale”

Pubblicato il 28 Apr 2014

giacomelli-rancy-140428164343

“Il governo intende risolvere il problema dell’eccessiva saturazione dello spettro attraverso una profonda riforma dell’emittenza locale”. Questo l’annuncio del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli nel corso dell’incontro di oggi al Ministero dello sviluppo economico (foto) con Francois Rancy, direttore del Radiocommunication bureau dell’ITU, l’agenzia delle Nazioni Unite che gestisce le risorse dello spettro internazionale delle frequenze che per

L’Italia è da tempo un’osservata speciale per le interferenze frequenziali con i paesi confinanti, in particolare con la Croazia. L’International Telecommunication Union è venuta a Roma per verificare gli interventi che il nuovo governo intende adottare per scongiurare le minacce di procedure d’infrazione richieste dai paesi vicini.

Nel corso dell’incontro Rancy ha detto di apprezzare la svolta promessa dal nuovo esecutivo nell’utilizzo dello spettro radiofrequenziale. “La strategia che adotteremo ci consentirà non solo di mettere finalmente l’Italia in grado di rispettare gli accordi internazionali sottoscritti, ma anche di riorganizzare complessivamente il settore dell’emittenza locale eliminando ambiguità, dando certezza di risorse e superando un’eccessiva e ingiustificata saturazione dello spettro” ha spiegato Giacomelli che il prossimo 6 maggio incontrerà il ministro delle Comunicazioni sloveno Jerney Pikalo.

Un primo passo dunque verso un'”operazione legalità” dell’etere italiano, finora mai perseguita. Ma che adesso si fa sempre più stringente: secondo l’Osservatorio Agcom nell’ultimo trimestre 2013 l’Italia ha registrato un aumento del traffico dati del 32,7% – come sottolinea i-Com -: un trend provocato della straordinaria diffusione di smartphone e tablet oltre che dallo sviluppo dell’internet of things.

Una situazione di “far west” tale, in effetti, da aver indotto Rancy, presidente del board tecnico dell’Itu, a venire di persona per spingere l’Italia verso una riordino dell’etere.

Non è più rinviabile dunque la “spectrum inventory”, un “catasto” delle frequenze in grado di fotografare l’utilizzo effettivo dei preziosissimi spazi da parte di Tv e telco, così da poterne facilitare la gestione: spectrum inventory peraltro richiesto anche dal Radio spectrum policy programme. A differenza degli altri Paesi l’Italia risulta infatti una regina dell'”occupazione di frequenze”. Con conseguenze che vanno dalla mancata ricezione di programmi Tv (anche della stessa Rai) a una mancata politica di equo “sfruttamento” del “bene pubblico” frequenze in base al loro valore di mercato. Ora il sottosegretario Giacomelli sembra voler voltare pagina: sarà la “svolta” buona?

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati