GRECIA

Frequenze Tv, Tsipras presenta una legge ad hoc

Il parlamento greco discute il provvedimento del governo sul settore televisivo: i proprietari delle licenze dovranno pagare lo spettro a prezzo di mercato e non con contributi simbolici. Sì alle gare internazionali e stop alle concentrazioni

Pubblicato il 26 Ott 2015

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Ridefinire il settore tv, oggi segnato da confusione, concentrazione di proprietà e conflitti di interessi. Questo l’obiettivo del nuovo disegno di legge del governo Tsipras che punta a ridisegnare il quadro delle frequenze in Grecia. Per assi­cu­rarsi le licenze, i pro­prie­tari dovranno pagare delle cifre cor­ri­spon­denti ai prezzi di mer­cato, e non con­tri­buti sim­bo­lici come avve­nuto sino ad ora.

Il progetto legislativo prevede un vademecum di regole di concorrenza, trasparenza e corretto funzionamento dello spazio di trasmissione: è la prima volta in 25 anni che l’attuale disegno di legge per i media, in discussione nel parlamento di Atene, intende fare ordine nella controversa materia. Le licenze per ogni stazione televisiva (tra le cinque e le otto) saranno conferite dalla Esr (una società a responsabilità limitata nata per lo sviluppo della rete digitale terrestre) dopo un concorso internazionale, la cui partecipazione richiede canoni fiscali, assicurativi e la necessaria copertura bancaria, ovvero essere in regola con tasse ed eventuali debiti, dal momento che molte sono oggi le testate televisive e giornalistiche altamente esposte con l’erario.

Nelle intenzioni del governo la trasparenza sarà garantita tramite la registrazione dell’identità degli azionisti: per ogni singolo caso di società registrate in Grecia e di azionisti con quota superiore all’1% per le società con sede in paesi terzi. In questo Tsipras punta ad eliminare completamente il rischio off-shore nella proprietà dei media e la conseguente concentrazione in poche mani, come avviene oggi.

A ciò si aggiungerà l’obbligo di criteri di opportunità e di metodo per la concessione delle licenze. Il governo procederà all’istituzione del Centro nazionale per gli audiovisivi e del Registro di Comunicazione e Business di media elettronici, modificando le disposizioni presenti nell’attuale normativa (la 4070/2012) che non risolve la questione dei conflitti di interessi.

“Approvare la legge sulle frequenze – ha detto la portavoce del governo Olga Gerovasili significa ripristinare un contesto pulito e trasparente, per la gestione di un bene pubblico”.

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