EX BEAUTY CONTEST

Frequenze, Ue: Mediaset e Rai fuori dalla gara

La Commissione europea chiede ad Agcom il limite antitrust agli operatori Tv in corsa per l'”ex beauty contest”. Mediobanca: rischio di frammentazione audience. L’opzione di Bruxelles apre a un diverso utilizzo dei canali: Tlc mobili e risoluzione di nodi in vista?

Pubblicato il 07 Nov 2012

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Gara frequenze “ex beauty contest”, si cambia. A sorpresa, dalla Commissione Ue arriva all’authority guidata da Marcello Cardani l’assist per rimettere in carreggiata il disastrato panorama dell’etere italiano e aprire alla risoluzione di più di un nodo rimasto sul tavolo. Bruxelles chiede ad Agcom di modificare la bozza di provvedimento sulle regole della gara imponendo un “cap” assoluto, un tetto di 5, al numero di multiplex in dotazione agli operatori Tv per poter partecipare alla gara. Di fatto escludendo in questo modo Mediaset e Rai – detengono cinque mux a testa – dalla corsa per i sei ulteriori canali che, secondo la Commissione Ue (l’Italia a questo riguardo ha una minaccia di procedura d’infrazione) dovrebbero assicurare una maggiore concorrenza al mercato italiano delle Tv.

Della nuova proposta – l’indiscrezione è di Roberto Sommella su Milano Finanza, che prefigura l’avvio di una infuocata “guerra sulle tv” – potrebbe parlare domani il Consiglio dell’autorità in uno dei passaggi prima della consultazione pubblica (prevista a fine novembre).

Dopo le promesse di un multiplex gratuito – come garantiva il beauty contest – per Mediaset si tratterebbe di un colpo, anche alla luce della difficile congiuntura che sta attraversando.

Ma i giochi in realtà non sono ancora chiusi. Per vari motivi. Mediobanca, secondo la quale l’opzione suggerita da Bruxelles rischia di aumentare la frammentazione dell’audience, prevede che “i due gruppi cercheranno di esplorare strade alternative per partecipare alla gara”. Quali modi? In effetti i due operatori potrebbero rinunciare a uno dei multiplex in loro possesso, quello destinato ad altri tipi di trasmissioni – per poter così concorrere alla gara. Lo faranno? L’operazione potrebbe convenire alla Rai dando indietro il canale 11, destinato al Dvb-T2, digitale terrestre di nuova generazione, ma che tecnicamente non consente il digitale terrestre tradizionale. Ma sarebbe poco vantaggiosa per Mediaset che detiene un “ottimo” canale 38 (originariamente destinato alla Tv su telefonino).

L’opzione suggerita dalla Commissione Ue potrebbe però, in linea peraltro con quanto auspicato oltre un anno fa da Antonio Sassano, spianare la strada a un cambio di rotta per lo spettro italiano. Liberando parte del pacchetto in gara, si potrebbe prevedere, oltre all’ingresso di nuovi entranti (come vuole la Ue) anche un diverso utilizzo dei canali “liberi” sia per sanare finalmente i problemi che hanno generato ricorsi contro il processo di transizione (multiplex Telecom, copertura della Rai) sia per futuri utilizzi da parte degli operatori di Tlc mobile.

Per quanto riguarda gli incassi dovrebbe essere prevista una partenza più consistente, intorno ai 50 milioni, per i Megahertz che danno copertura fino all’85% del territorio ma che permettono la fruizione dei diritti d’uso fino al dicembre del 2032 (anche in questo caso tre mux). L’incasso previsto per lo Stato potrebbe aggirarsi intorno a 500 milioni di euro ma dovrebbe tenersi lontano dal miliardo precedentemente stimato da Mediobanca e da quanto incassato dall’Erario tramite la vendita delle frequenze telefoniche LTE (4 miliardi).

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