SPETTRO RADIO

Asta 5G, è guerra aperta sulla banda 3,7 Mhz. Si sfiorano i 4,5 miliardi

L’incasso supera già quello raggiunto per la “storica” banda 800 Mhz per la telefonia mobile. Nuova giornata combattuta. Lunedì si riparte

Pubblicato il 18 Set 2018

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Exploit dell’asta 5G che alla settima giornata di rilanci sfiora i 4,5 miliardi di incasso. Un risultato che va molto oltre le stime minime previste dalla legge di Bilancio (2,5 miliardi) e già sopravanza abbondantemente quanto raggiunto con l’asta per gli 800 Mhz della telefonia mobile.

Il volo di oggi è dovuto alla competizione accesa sulla banda 3,7 Mhz su cui stanno combattendosi Vodafone, Tim e Wind: nei prossimi giorni (i rilanci riprendono lunedì prossimo) potrebbero far lievitare gli incassi oltre i 5 miliardi.

Nello specifico l’asta di oggi ha raggiunto quota 4.417.092.258,00 euro l’ammontare totale delle offerte nella gara per l’assegnazione delle frequenze per i 5G al termine della settima giornata di rilanci. Lo rende noto il Mise sottolineando che si è raggiunto un incremento di 1.936.089.454,00 rispetto alle offerte iniziali. “Alla gara e alla fase dei miglioramenti competitivi – scrive il Mise – partecipano le società Iliad Italia S.p.A., Fastweb S.p.A., Wind 3 S.p.A., Vodafone S.p.A. e Telecom Italia S.p.A.”.

La seduta dei miglioramenti competitivi riprenderà lunedì prossimo, 24 settembre alle 11.30.

La competizione sulla banda 3700 MHz ha raggiunto un ammontare complessivo di 2.213.490.000,00 euro.

Le quote che verranno pagate dagli operatori non verranno versatesubito per intero nelle casse dello Stato dove invece arriveranno quest’anno 1,250 mld provenienti dalla vendita delle bande prima disponibili. I pagamenti per la banda 700 Mhz arriveranno a frequenze “liberate”, cioè nel 2022.

La corsa è agguerrita sulla banda 3,6-3.8 GHz che però, come la 26,5-27,5 Ghz, non si libererà che dal 2019. Una parte della banda è nella disponibilità della Difesa, un’altra non è stata messa all’asta perché le licenze sono state prorogate fino al 2029. La 700 Mhz si libererà più tardi delle altre – nel 2022 – ma viene considerata la più preziosa, di un valore superiore del 10% a quella 800 Mhz: serve a garantire un’ampia copertura territoriale, anche indoor, mentre le frequenze più elevate garantiscono velocità di vari gigabit al secondo. L’importo minimo richiesto per ogni lotto della 700 Mhz era il più elevato – 337 milioni – contro i 158 di ogni lotto della 3,7 Ghz e i 32 milioni della 26 Ghz.

La banda 26 Ghz ha un doppio vantaggio. A differenza della 700 Mhz è libera (quasi) da subito. Ma soprattutto è già “pronta per l’uso” del 5G. Nel mondo sono le millimetriche quelle utilizzate per rodare i primi servizi 5G: field test già effettuati, problemi visti e risolti, software già “messo su strada”. Per esempio negli Usa Verizon sta facendo test sulla banda 28 Ghz (l’asta per le licenze di queste frequenze è prevista per il 14 novembre). L’azienda sta concentrandosi sul futuro business 5G ed ha già annunciato i nomi delle 4 città in cui verranno lanciati i primi servizi entro la fine dell’anno. La soluzione a banda larga “fissa senza fili” di Verizon, che promette velocità fino a 1 Gigabit al secondo, sarà il suo primo servizio 5G.

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