Tutti gli operatori di rete “titolari di diritti d’uso in ambito locale, compresi i soggetti titolari di autorizzazioni temporanee, in regola con gli obblighi previsti dalle norme vigenti, che devono liberare tali frequenze per legge, in anticipo rispetto alla scadenza prevista nel relativo diritto d’uso rilasciato dal ministero” avranno diritto a un indennizzo. A stabilirlo è il dm del ministero dello Sviluppo economico, dello scorso 27 novembre, pubblicato oggi in Gazzetta ufficiale.
Il decreto, che definisce le modalità operative e le procedure per l’erogazione degli indennizzi, prevede uno stanziamento complessivo di 304,2 milioni di euro, dei quali 301,158 effettivamente disponibili per gli indennizzi (essendoci un accantonamento dell’1% per far fronte a circostanze sopravvenute da cui derivino oneri aggiuntivi a carico della procedura).
Le risorse stanziate – si legge nel dm – sono ripartite secondo le seguenti quote: 25 milioni di euro da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sul numero complessivo di impianti legittimamente eserciti; 276,158 milioni di euro da destinare al calcolo dell’indennizzo basato sulla popolazione residente nelle province oggetto dei diritti d’uso e delle autorizzazioni temporanee.
Bando Mise: chiesta la proroga
Gli operatori tv, intanto, chiedono trenta giorni di proroga per presentare la domanda di partecipazione al bando di gara del Mise, che scade il 30 gennaio, per l’assegnazione agli operatori di rete dei diritti d’uso delle frequenze in digitale terrestre relative alle reti di primo e secondo livello per le aree tecniche della Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Molise, Campania, Puglia e Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.
L’appello, sollevato nei giorni scorsi dalle tv locali aderenti all’associazione Cnrt-Tpd (presieduta da Costantino Federico, editore di Telecapri, e che conta circa 82 associati), è dovuto al fatto che “la tempistica richiesta per la presentazione della domanda, considerato anche il trascorso periodo di festività natalizie con conseguente chiusura degli uffici, è da ritenersi insufficiente all’espletamento di tutti i necessari adempimenti volti alla presentazione della suddetta domanda”.