Friuli Venezia Giulia: nel 2011 saranno cablate tutte le amministrazioni comunali

L’assessore regionale Riccardo Riccardi rassicura sullo stato di avanzamento del progetto anti-digital divide Ermes. “Nessun ritardo procediamo secondo la roadmap”. Nel 2013 banda larga in tutti i distretti industriali

Pubblicato il 19 Feb 2010

Riccardo Riccardi, assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture
di Trasporto della Regione Friuli, rassicura gli scettici. "Il
piano Ermes va avanti, procede nel rispetto degli obiettivi
prefissati, nel 2011 verranno cablate le amministrazioni comunali,
nel 2013 i distretti industriali".

L'assessore risponde così alle perplessità avanzate sullo
stato dei lavori per la banda larga nel Friuli Venezia Giulia. Il
programma Ermes, nato nella precedente legislatura, definisce le
azioni per estendere la rete di banda larga all’intero territorio
regionale. Il piano, che vuole rendere il Friuli un’area europea
di eccellenza nel campo dell’Ict, si divide in due parti: la
realizzazione dell’infrastruttura di dorsale e il coinvolgimento
degli operatori di Tlc nella costruzione e gestione delle
connessioni dell’ultimo miglio.

In un convegno a Palazzo Torriani, Udine, le istituzioni e le
associazioni industriali del settore hanno fatto il punto sullo
stato di attuazione del programma. Vi hanno partecipato
l’assessore Riccardi, e, per Confindustria Udine, il Presidente
Adriano Luci e il capogruppo del settore Telecomunicazione e
Informatica Luigi Gregori. Per Luci già si è perso troppo tempo:
“Vanno messe al bando burocrazie e titubanze, conta il fare, non
l’annunciare; già nel passaggio da Mercurio ad Insiel i tempi si
sono inevitabilmente allungati”.

Infatti la società Mercurio, costituita dalla giunta di Riccardo
Illy, che aveva anche varato il progetto Ermes e investito 120
milioni, aveva inizialmente il compito di portare la banda larga in
tutti i comuni della regione. Con il cambio di Giunta, il
neogovernatore Renzo Tondo ha soppresso Mercurio, incorporandola in
Insiel Spa.

L’assessore Riccardi, dopo aver ostentato sicurezza sul
raggiungimento degli obiettivi nei tempi prefissati, viene
interrogato sull’ordine cronologico delle zone da cablare, e
risponde: “In linea di principio sarei anche d’accordo: prima
le fabbriche, poi le case. Ma allo stato pratico non possiamo
smontare tutto a metà percorso, mettendo a rischio l’esito
finale del programma, che va rispettato così come originariamente
concepito”.

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