Aumentano i costi sul mercato domestico per France Telecom,
impegnata in forti investimenti nella banda ultra-larga e nel
rafforzamento della propria posizione in vista dell’arrivo del
quarto operatore mobile, e l’Ebitda del primo semestre registra
una flessione del 2,2%, a 7,61 miliardi di euro (contro 7,78
miliardi di un anno prima). Un risultato inferiore alle attese
degli analisti sentiti da Bloomberg, che prevedevano 7,63 miliardi.
Il flusso di cassa operativo è sceso del 9,2% a 5,14 miliardi.
Il fatturato del primo semestre 2011 è invece aumentato
dell’1,9% a 22,6 miliardi di euro, in linea con le stime, grazie
ai takeover- se si escludono questi ultimi, su base comparabile, le
revenues risultano invece in calo dell'1,3% nel primo semestre
2011 rispetto al primo semestre 2010. Male le vendite soprattutto
in Francia e Polonia, mentre in Spagna hanno registrato un
importante aumento del 4,1%.
Il primo gruppo telefonico francese è perciò ottimista, anche
perché ha già approntato una precisa strategia per contrastare il
calo delle performance. L’intenzione è di disfarsi di alcune
attività europee meno strategiche e di espandersi invece su alcuni
mercati in rapida crescita di Medio Oriente e Africa. Oggi il cda
del gruppo parigino deciderà in merito alla vendita della
divisione Orange in Svizzera, in base alle offerte che riceverà.
Dall’inizio del mese, intanto, France Telecom è in trattative
con la cinese Zte per acquistare la sua quota nella Congo-China
Telecom, il quarto maggiore operatore mobile dello Stato
africano.
Ieri, infine, France Telecom ha siglato una partnership con Google
per portare i servizi web del colosso americano agli utenti di
Africa e Medio Oriente tramite le sue reti mobili.
I clienti
di France Telecom potranno accedere a servizi come Gmail tramite il
marchio Orange in regioni dove l’accesso a Internet tramite i
computer è spesso limitato. Secondo la società di ricerche Idate,
solo l’1,4% della popolazione in Medio Oriente e Africa aveva
accesso a servizi broadband alla fine del 2010, ma il 62,5%
utilizza servizi mobili.
Ma non è tutto oro quel che luce, perché anche in Africa la
telco francese deve vedersela con alcuni Paesi dove il quadro
regolatorio non è favorevole, come Egitto e Costa d'Avorio.
France Telecom ha fatto sapere che ha già avviato un processo di
revisione di tutte le sue attività in Africa e Medio Oriente, per
rilevare le aree con il maggior potenziale e quelle, invece, dove
esistono criticità.