Le reti in fibra ottica continuano a diffondersi in tutto il mondo e nel periodo 2019-2020 più di 10 mercati mondiali hanno coperto con la fibra almeno il 95% degli edifici residenziali. È uno dei dati contenuti nella quinta edizione dello studio globale sull’Ftth (fiber to the home) e l’Fttb (fiber to the building) condotto da Arthur D. Little (Global FTTH/B Study). I mercati più avanzati del broadband continuano tuttavia a concentrarsi in specifiche zone del mondo: Sud-est asiatico (Singapore, Hong Kong, Corea del Sud), Golfo Persico (Qatar e Emirati Arabi Uniti), Europa (Spagna, Portogallo, Svezia, Lituania, Lettonia), dove gli incumbent mantengono un ruolo predominante nelle implementazioni delle reti fisse veloci.
Tuttavia, sottolinea lo studio, le iniziative di fibra open access hanno il potenziale di far crescere la copertura nei mercati rimasti indietro. In alcuni Paesi le telco che non hanno accesso alla fibra ottica – operatori alternativi o nuovi entranti della fibra open access – sono attivamente impegnate nel roll-out del 5G fixed wireless access (Fwa) per recuperare quote sul mercato della banda larga che si misura in gigabit.
Questi operatori alternativi intendono investire miliardi di euro per realizzare una copertura nazionale entro i prossimi quattro-sei anni, col potenziale di diventare i prossimi leader della fibra nei rispettivi mercati. Tra queste realtà lo studio include OpenFiber in Italia, CityFibre nel Regno Unito, Swiss Open Fiber in Svizzera e Deutsche Glasfaser e inexio in Germania, focalizzati sulle zone rurali e le periferie urbane.
Vincono le strategie di migrazione attive
Riguardo ai tassi di adozione dei servizi in fibra, lo studio rileva che sono aumentati proporzionalmente alla copertura delle reti e grazie a efficaci strategie di migrazione. Dal 2012 al 2020 il tasso medio di adozione è cresciuto dal 15% al 42%. Singapore si dimostra un’avanguardia mondiale con un tasso di adozione della fibra che supera il 95% grazie alla decisione di StarHub di dismettere i servizi via cavo a settembre 2019 e alla conseguente migrazione di tutti i suoi abbonati sulla rete in fibra nazionale. Oggi la fibra ottica è l’unica tecnologia per la banda larga fissa disponibile a Singapore.
Anche il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti hanno attuato efficaci programmi nazionali di migrazione, portando più dell’85% dei clienti sulla fibra ottica. Restando in Medio Oriente, l’Arabia Saudita sta potenziando le prestazioni dell’Ftth tramite una nuova iniziativa sull’open access che coinvolte tutte le telco attive sul mercato.
Altro motore dell’adozione della fibra è l’intensità della concorrenza sul mercato della banda larga. Questo fenomeno è evidente in Spagna e Portogallo dove le reti in fibra sono in competizione con il cavo e questo fa salire il tasso di adozione della fibra (insieme alla crescente convergenza fisso-mobile).
Lo switch-off del rame
La migrazione verso la fibra porta gli operatori telecom incumbent a riflettere sul futuro delle loro reti in rame. Su un numero crescente di mercati lo switch-off del rame è già stato pianificato o in corso (come per Kpn in Olanda, Telia in Svezia e Telefonica in Spagna). In un numero minore di mercati, come Singapore, è già concluso (Singtel ha “spento” la sua rete in rame nel 2018 e migrato i clienti alla fibra). Tra gli operatori che prevedono un prossimo abbandono del rame ci sono anche Ntt in Giappone (2023), Portugal Telecom in Portogallo (2030) e Orange in Francia (2030).
Tuttavia, sottolinea Arthur D. Little, prima di dismettere le reti legacy le telco dovranno superare alcuni ostacoli, sia regolatori che di altro genere, come fornire un’alternativa agli attuali prodotti wholesale regolati e sostituire alcune specifiche applicazioni B2B basate sul rame con altre tecnologie. Ma i benefici di costo per le telco saranno enormi: il tasso di errore con la fibra è di 15 volte minore, dicono gli analisti, e il consumo di energia inferiore dell’85%.
I piani tariffari multi-gigabit accendono la concorrenza
Quanto alla disponibilità e al costo per i consumatori dei piani per la fibra multi-gigabit, questi piani tariffari esistono solo in pochi mercati e sono offerti da poco più di una decina di provider. Le telco continuano ad ampliare l’offerta ma i prezzi sono percepiti dagli utenti ancora come premium.
Per esempio, il piano a 10 Gbps di Ooredoo in Qatar costa circa 1.600 euro al mese. Negli Usa, Xfinity di Comcast – l’unico piano di un provider nazionale a 2 Gbps – costa 274 dollari al mese. Tuttavia, secondo lo studio, le proposte multi-gigabit aiutano le telco a differenziarsi su mercati dove gli incumbent sono molto forti e la concorrenza degli operatori del cavo è ancora intensa.
In Svizzera Salt ha cercato di sottrarre clienti all’incumbent Swisscom sul mercato nazionale della fibra lanciando nel 2018 un piano per la fibra a 10 Gbps (su reti Ftth di partner e abbinato alla Apple Tv) per soli 46 euro al mese. Ci sono voluti due anni per Swisscom per portare sul mercato un prodotto in concorrenza con quello di Salt, a un prezzo comunque più alto (83 euro al mese), ma sempre ben più concorrenziale rispetto ai prezzi di altre regioni del mondo.