IL DOSSIER

Fusione Fibercop-Open Fiber, Capitanio. “Ritorno alla regolamentazione a livello geografico”



Indirizzo copiato

In un’intervista con Radiocor il Commissario Agcom delinea il possibile scenario derivante dall’integrazione delle due wholesale company per dare vita all’auspicata rete nazionale delle Tlc. “Con la concentrazione dei due maggiori competitor potrebbe nascere un monopolista dei servizi di accesso”. E nei Comuni deregolamentati cadrebbe la concorrenza infrastrutturale

Pubblicato il 10 lug 2024



capitanio

Dalla possibile operazione di consolidamento di Open Fiber con Fibercop “potrebbe nascere un monopolista dei servizi di accesso, quindi la regolamentazione sarà più invasiva, quanto meno a livello geografico”. A dirlo è Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, che in un’intervista con Radiocor-Il Sole24Ore traccia il quadro dei possibili effetti dell’operazione..

Il ruolo di Agcom

Capitanio ha spiegato che, nel caso di una fusione tra Open Fiber e la nuova Fibercop – la cui guida è stata affidata a Luigi Ferraris – ci sarà per cominciare una valutazione da parte della Commissione europea. Gli esperti di Bruxelles, dopo aver approvato l’operazione di acquisizione di NetCo da parte di Kkr senza condizioni, metteranno al vaglio gli aspetti prettamente antitrust dell’operazione Fibercop-Open Fiber. “Dopodiché, dal punto di vista regolamentare, l’Agcom dovrà procedere a una nuova analisi di mercato. Questa valutazione è veramente di scenario, trattandosi di una operazione di cui al momento non si hanno notizie concrete: le società avevano firmato un memorandum of understanding per creare un unico operatore wholesale only scaduto a fine 2022 e non rinnovato”.

La deregulation nei Comuni ad alta concorrenza

Capitanio entra poi nel dettaglio analizzando o status quo e la possibile evoluzione: “Già nella presente analisi di mercato vi sono una serie di Comuni, tra cui Milano e Cagliari, ma anche Torino (per i servizi di accesso business), che sono deregolamentati, essendo stata riscontrata una completa concorrenza infrastrutturale, principalmente dovuta al binomio Tim-Open Fiber. Con la concentrazione dei due maggiori competitor si ipotizza un ritorno alla regolamentazione anche in queste aree geografiche, sempre ovviamente limitata agli obblighi imponibili a un operatore wholesale only. Ad ogni modo, l’Autorità vigilerà affinché non siano praticati prezzi eccessivi e non si concretizzino i rischi di inefficienza propri del monopolio e, al contempo, vi siano tutte le condizioni affinché la rete unica faccia da volano alla digitalizzazione del Paese”.

Agcom d’altra parte dovrà valutare la separazione solo ai fini regolamentari, sempre in conformità di quanto previsto dal Codice. “L’articolo 89 dispone che gli obblighi vigenti possano essere mantenuti, modificati o revocati, alla luce dell’impatto del progetto sulla concorrenza dei mercati di accesso alla rete”, ha aggiunto Capitanio. “Anche nell’ultima analisi c’è stata una valutazione in tal senso. Tim, infatti aveva già proceduto alla separazione della rete attraverso la cessione della stessa a FiberCop, ma trattandosi di una separazione solamente legale e non proprietaria, gli effetti sui mercati erano limitati. La cessione a un terzo di FiberCop e il suo nuovo ruolo di operatore wholesale only, invece, avrà sicuramente un altro impatto”.

Cosa cambia per Tim a seguito della cessione della rete

Per Tim è invece previsto un alleggerimento regolatorio a seguito della cessione di Netco. “Presumibilmente verranno meno gli obblighi di vigilanza dell’Autorità sulla replicabilità delle offerte al dettaglio di Tim e un rimedio limitante come i prezzi imposti all’ingrosso potrebbe non essere più giustificato”, ha aggiunto il commissario Agcom. “Ciò non vuol dire che ci sarebbe la liberalizzazione completa del mercato, ma probabilmente verifiche meno stringenti sulle tariffe”. L’intero dossier, comunque, sarà “analizzato dagli uffici dell’Agcom che faranno le dovute valutazioni tecnico-giuridiche che poi saranno sottoposte al collegio per la valutazione finale”.

Quanto agli attuali obblighi regolatori, che discendono dall’analisi di mercato per il 2024-2028, come previsto, si applicheranno “alla nuova società fino alla prossima analisi, che sarà avviata una volta ricevuto il dossier completo (inclusivo dell’accordo di fornitura tra Fibercop e Tim)”.

Capitanio ha spiegato che quando c’è un operatore verticalmente integrato notificato come dominante, tradizionalmente un ex monopolista pubblico, l’obiettivo principale della regolazione è quello di limitare il vantaggio competitivo di questo soggetto sul mercato dei servizi a valle, per il fatto di possedere anche l’infrastruttura a monte. “Vantaggio che viene limitato da una serie di obblighi di accesso, trasparenza e non discriminazione imposti soprattutto sul versante wholesale, fino anche all’imposizione di tariffe di accesso ai propri servizi, determinate ex ante dall’Autorità.

Se l’integrazione verticale viene meno, un rimedio limitante come le tariffe imposte potrebbe non essere più giustificato, a maggior ragione se FiberCop fornirà solamente servizi all’ingrosso, assumendo la veste che in gergo tecnico viene chiamata wholesale only”.

Qui entra in gioco l’articolo 91 del Codice, che elenca i rimedi applicabili a questo modello di impresa, più leggeri rispetto a quelli del soggetto verticalmente integrato: nelle aree in cui la società è ancora dominante in quanto possiede sostanzialmente la maggior parte della rete, dovrà comunque garantire l’accesso ai propri servizi a tutti gli operatori che lo chiedano in maniera trasparente, ma sarà libera di determinare le tariffe. “Ciò non comporta la completa liberalizzazione del mercato, in quanto l’Autorità deve comunque verificare che tali tariffe non siano eccessive (o meglio, siano eque e ragionevoli) e non anticoncorrenziali. La verifica sull’equità e la ragionevolezza partirà inevitabilmente dai costi sostenuti ma sarà meno stringente”.

C’è poi il tema degli obblighi regolamentari che rimangono in capo a Tim. “Ad oggi”, ha detto Capitanio, “deve sottoporre le proprie offerte al dettaglio al test di replicabilità, con cui l’Agcom controlla se queste siano sostenibili da parte di un concorrente che acquista i servizi all’ingrosso dalla stessa Tim (tramite FiberCop). Venuta meno l’integrazione, presumibilmente, verranno meno tali obblighi di vigilanza”.

S&P promuove Tim dopo la cessione di Netco

Intanto, proprio in conseguenza della vendita della rete al fondo Kkr, S&P alza il rating del gruppo Tim di due gradini a BB dal precedente B+. L’outlook resta stabile. “Riteniamo”, si legge nella nota della società che gestisce l’indice azionario, “che Tim manterrà il suo forte posizionamento su mercato domestico e in Brasile” e che la società utilizzerà i proventi della cessione “per gestire la struttura del suo capitale ad alta leva finanziaria” e “mirare a mantenere una leva finanziaria moderata. Abbiamo quindi alzato”, aggiunge S&P, “il rating creditizio dell’emittente a lungo termine su Tim così come quello sul debito senior non garantito del gruppo a BB da B+”.

L’outlook stabile riflette “le nostre attese su un turnaround del business domestico, come dimostrano la stabilizzazione della base clienti e dei ricavi medi per cliente, mantenendo al tempo stesso un andamento robusto in Brasile”.

Ucraina, prorogato il roaming accessibile

Tim, Iliad e Vodafone e altri 22 fra i principali operatori europei, fra cui Orange, Telefonica e Deutsche Telekom, hanno rinnovato per ulteriori 12 mesi l’accordo volontario con sette operatori ucraini per garantire che i rifugiati ucraini possano rimanere connessi a livello transfrontaliero.

La scelta è stata accolta con favore dalla Commissione Ue, che, insieme alla Nnec, l’autorità nazionale di regolamentazione ucraina, ha agevolato l’intesa. Le chiamate a prezzi accessibili consentono a coloro che cercano rifugio in Europa di raggiungere familiari e amici in Ucraina e viceversa. Come spiega un comunicato della Commissione, “ciò è stato reso possibile dai firmatari, che si sono impegnati a ridurre reciprocamente le loro tariffe per collegare le chiamate a livello transfrontaliero”.

Articoli correlati

Articolo 1 di 5