Slitta al 18 agosto il verdetto Ue sulla fusione Wind-Tre. Lo riporta Il Sole 24 Ore, secondo cui la commissaria Antitrust, Margrethe Vestager, ha disposto “un supplemento di indagine” sull’operazione, allungando dunque i tempi per la decisione.
In questo frangente Vimpelcom avrebbe fatto presente chiaramente alla Commissione che, se la fusione fosse bocciata non avrebbe la capacità necessaria a investire in Italia dato che Wind ha una copertura Lte (in termini di siti) tre volte inferiore a Tim e cinque a Vodafone.
H3G finora non ha chiuso un bilancio in utile in Italia, guarderebbe ad altre opportunità se ce ne fossero, ma non all’infinito perché non genera cassa sufficiente a sostenere il Capex necessario.
Se l’aggregazione andasse in porto, il nuovo gruppo nascerebbe con una leva elevata – 4,9 l’Ebitda – ma i piani prevedono di ricondurre entro il 2019-2020 il parametro intorno a 3 volte, un livello compatibile con un rating investment grade di tripla B. A quel punto – secondo il giornale – potrebbe essere considerata anche l’Ipo.
Nel frattempo i rapporti tra i due soci – nella jv 50%-50% – saranno regolati da una governance che cerca di limitare i conflitti. Organigramma aziendale e board sono già stati annunciati mentre in casop di “divorzio” si prevede un processo rapido per risolvere la questione in sei mesi.