C’è spazio per la ricerca e sviluppo nell’industria hi-tech in
Italia? Come trasformare lo sviluppo delle future reti di
comunicazione anche in un’opportunità industriale per il paese?
Come creare una filiera virtuosa che comprenda università,
laboratori di ricerca industriale, produttori, sviluppatori? Come
essere “Glocal”, ovvero Globali perché parte di un network e
di un ecosistema internazionale e Locali perché interconnessi con
le realtà pubbliche e private del territorio e del paese?
Di questi temi si parlerà lunedì 22 novembre 2010, presso
l'auditorium di Alcatel-Lucent a Vimercate nel corso del
convegno “Futuro
Fotonico” dedicato alla ricerca e sviluppo nelle
telecomunicazioni e alle tecnologie ottiche, promosso da
Alcatel-Lucent.
All’incontro, al quale è invitato il ministro dello Sviluppo
Economico Paolo Romani, interverrà il Chief Executive Officer di
Alcatel-Lucent, Ben Verwaayen, insieme con l'amministratore e
Presidente dell’azienda in Italia Stefano Lorenzi, il presidente
della Regione Lombardia Roberto Formigoni, esponenti di punta del
mondo universitario e si parlerà anche della collaborazione in
atto con il mondo accademico. Nel pomeriggio sarà possibile la
visita dei laboratori.
"Il nostro obiettivo è progettare nuove reti che superino la
soglia del Gigabit con costi e flessibilità sostenibili",
dice Stefano Lorenzi, amministratore delegato di Alcatel-Lucent
Italia in un'intervista rilasciata a CorrierEconomia, che fa il
quadro delle attività del laboratorio di Vimercate, alle porte di
Milano, dove la società ha la sua sede mondiale della divisione
Optics.
E' qui che l’azienda, in collaborazione con il Politecnico di
Milano, grazie ad uno stanziamento di un milione di euro in due
anni, sta lavorando a soluzioni di rete per il trasporto di servizi
"quadruple play", per trasmettere sullo stesso supporto
ottico contenuti Internet, televisione, telefono e accessi
wireless.
Soluzioni in linea con la necessità di realizzare le Ngn (Next
generation network), la banda ultra larga formata da sistemi ottici
e reti mobili di quarta generazione (dopo il 3G arriva il 4G), con
velocità compresa fra 50 e 100 megabit al secondo.
Pionieri del 4G europeo sono gli scandinavi, con Telia Sonera,
l’operatore mobile svedese-finlandese, che ha avviato il 4G su un
campione di un migliaio di utenti a Stoccolma e Oslo. Sono
collegati per ora a 20 megabit al secondo, con uno standard 4G
capace di scaricare filmati e musica sul cellulare.
I fornitori di 4G in Scandinavia sono Ericsson e Nokia Siemens
Networks, ma in queste settimane anche altri produttori stanno
affinando le armi. Fra i più attivi le cinesi Huawei e Zte, senza
dimenticare Alcatel-Lucent, che fornisce un terzo delle linee Adsl
a livello globale, metà di quelle italiane, e che sta lavorando su
due fronti: da un lato, le tecnologie fotoniche, dall’altro sulle
reti mobili.
"Stiamo lavorando su small cells, piccole celle 3G, in grado
di diffondere la banda dove non arriva il segnale – dice Lorenzi
– Sono utili anche per servire aree domestiche e commerciali a
elevata concentrazione di utenti".