Quali sono le sfide regolamentari nel raggiungimento degli
obiettivi dell’Agenda Digitale? Come favorire le condizioni per
investimenti da parte dei privati nelle nuove reti? Se ne è
discusso nel corso della Conferenza Internazionale della Hellenic
telecommunications and Post Commission organizzata dall'Eett
(il regolatore greco) che si è tenuta ad Atene il 2 e 3 giugno,
dal titolo “Advanced Communication Infrastructures as a
Cornerstone for Europe’s Digital Agenda”.
Secondo Luigi Gambardella, presidente di Etno – l'associazione
degli operatori telecom europei – "con i suoi 133 milioni di
connessioni a banda larga l'Europa rimane il più grande
mercato del mondo, anche se si prevede che la Cina diventerà il
primo mercato alla fine del 2011 (con circa 160 milioni di
linee)". Il mercato della banda larga continua a crescere, ma
meno che in passato e gli investimenti necessari per lo sviluppo
delle reti di accesso di nuova generazione sono enormi.
"L’ultima stima della Commissione – dice Gambardella –
indica che sono necessari fra i 73 ed i 221 miliardi di euro per
raggiungere gli obiettivi dell’Agenda digitale (a seconda delle
velocità di banda e dei target di penetrazione)".
In uno scenario del genere, declinano i ricavi e gli investimenti:
"I ricavi complessivi sono infatti scesi da 350 miliardi nel
2008 a 332 miliardi nel 2009 – continua il presidente Etno -. Nel
2010 il settore ha continuato ad avere una crescita negativa".
Serve dunque una riflessione sulla necessità di un equilibrio
"dove tutti i player della catena del valore – dice
Gambardella – siano incoraggiati ad investire. E il quadro
regolamentare per il settore è un elemento chiave per definire la
propensione dell’industria ad investire". Il nuovo quadro
europeo prevedere infatti come obiettivo quello di favorire gli
investimenti del settore e strumenti flessibili, "ma questi
devono essere applicati".
In particolare devono essere valutate attentamente "le
condizioni geografiche di competitività dei mercati prima di
imporre obblighi alle imprese". Inoltre, continua Gambardella,
serve "più flessibilità nella definizione dei prezzi di
accesso alle reti e anche politiche che favoriscano accordi
commerciali tra operatori per lo sviluppo delle nuove reti".
Ancora, "il prezzo di accesso alla rete in rame non deve
essere ridotto artificialmente, poiché scoraggerebbe l’incentivo
degli operatori ad investire in reti di nuova generazione"
mentre "le scelte dei regolatori non devono imporre
architetture di rete ma devono rimanere tecnologicamente neutrali
lasciando alle imprese la libertà di scegliere in quale tecnologia
investire". Una scelta importante, quest'ultima,
"anche in ragione del mix di tecnologie che sono oggi
disponibili per offrire servizi ai cittadini: la larga banda
mobile, per esempio, ha tassi di crescita molto elevati e
garantisce sempre di più maggori livelli di
penetrazione".
Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, Chris Fonteijn
Chairman Berec, Leonidas Kanellos President Eett, Enzo Savarese
Commissario Agcom.