L'AUDIZIONE

Gamberale: “Sinergia Telecom-Metroweb può dare spinta all’Italia”

In audizione al Senato l’Ad di F2i: “La collaborazione porterebbe i servizi dove servono: Ftth nelle zone urbanizzate e Fttc nelle aree meno popolate”. E su TI: “Non è solo un problema degli azionisti, ma del paese”

Pubblicato il 19 Set 2013

F.Me.

Una “collaborazione sinergica tra Telecom e Metroweb” può dare una “spinta al Paese”. Lo ha detto l’amministratore delegato di F2i, Vito Gamberale, ascoltato in commissione Lavori Pubblici del Senato sullo scorporo della rete. Se dovesse esserci un “progetto solo Metroweb – ha aggiunto – le forze sono di meno”.

“Io sono sempre contro le guerre” ha aggiunto rispondendo sulla possibile strategia. “Non è una guerra di religione ma un problema tecnico” sull’utilizzo delle configurazioni “fiber to the home” (ftth) e “fiber to the cabinet” (fttc).
La prima “va bene nelle zone fortemente urbanizzate” mentre la seconda, “basata su una condivisione della banda va bene nelle zone meno densamente abitate”. Partendo dal concetto che “non possiamo portare la fibra ottica alle mucche”, Gamberale ritiene che Metroweb “potrebbe prendere l’onere e l’impegno di connettere con la Ftth il centro delle prime 30 città italiane”. Una “possibile collaborazione tra Telecom e Metroweb – ha concluso – è un progetto che porta il servizio dove serve”.

Secondo Gamberale “il problema di Telecom è degli azionisti ma è anche un problema del Paese”. “Il Governo – ha aggiunto – dovrebbe chiamare gli azionisti e dire: “è vero che avete un morto in casa, ma non lo possiamo far morire e accompagnarlo al cimitero”. Allora – ha concluso – il problema della ricapitalizzazione di Telecom è un problema serio”. E alla domanda di un senatore su cosa F2i farebbe, Gamberale ha risposto: “Di sicuro conferiremmo Metroweb perché è un asset importante e quindi diventeremmo soci conferendo Metroweb ma penso – ha aggiunto – che i nostri investitori potrebbero fare ciò che serve”.

“Io non reputo che la parola Iri sia una parolaccia o antistoria”, ha proseguito il manager, precisando che quando parla di presenza dello Stato nell’economia e di Iri non pensa alla possibilità di capitali pubblici a livello nazionale o locale “perché so bene che non sono disponibili, però – rileva – ci sono altri capitali, privati ma istituzionali” che possono favorire la creazione di “public company” ce he possano “conciliare in maniera equilibrata redditivita’ del capitale e servizio. “F2i – ha sottolineato – è uno di questi esempi”.

Nel suo intervento, Gamberale ha sottolineato alcune problematiche del settore delle tlc. Ha fatto riferimento (senza nominarlo) a “un operatore di telefonia mobile che da 15 anni perde e perde sempre di più” ma “detta legge nel mercato perché abbassa i prezzi. La parola dumping – ha aggiunto – non è stata mai usata però va usata. Io, se fossi a capo di un operatore di telefonia mobile, porrei una questione di dumping”. Altro punto dolente, che riguarda la rete fissa, è per Gamberale il fatto che in Italia i “challenger di Telecom sono dei “virtual network operator” che “non investono sulla rete e questo non è cosa di poco conto. Se Telecom deve imbandire il pranzo per tutti è giusto che poi paghi con tutti quelli che si mettono a sedere? Io – rileva – penso che gli vada riconosciuto l’onere di fare investimenti importanti”.

Infine Gamberale punta il dito contro gli over the top, “i grandi operatori di rete che offrono servizi via rete” come, cita tra gli altri, Google e Skype. Sono, ha affermato “i veri parassitari del sistema”, delle “sanguisughe della rete”. Una questione che negli Usa si sta affrontando, come con “l’accordo tra Verizon e Google per l’utilizzo e il pagamento della rete”. E’ un “problema – ha concluso – da affrontare non solo in Italia ma a livello europeo”.

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