Gli Olo francesi sul piede di guerra per fermare lo strapotere di
Orange. Bouygues, Sfr e Free temono – scrive Finanza e Mercati –
che l'operatore di France Telecom, spalleggiato dal governo
(che ne detiene il 27% tramite il Tesoro e Il Fond Stratégique
d’Investissment) vinca a mani basse la gara per l’assegnazione
delle frequenze 4G, con la successiva scomparsa degli Olo
stessi.
L’Arcep, autorità francese delle Tlc, assicura però che “la
partenza dell’asta non dovrà essere troppo elevata per non
pregiudicare la massima partecipazione dei candidati”. Ma agli
Olo francesci non sono bastano le rassicurazioni dell’Authority e
hanno fatto fronte comune per chiedere al governo condizioni eque:
la paura è che Orange metta le mani sul 60% dello spettro dato che
la procedura prevede che un solo operatore possa comprare fino al
60% delle frequenze disponibili.
Sfr e gli altri chiedono dunque la condivisione delle reti e la
definizione di tetti che impediscano a un solo operatore di
prevalere sugli altri.
A questo proposito Xavier Nael, “padre” di Free, ha scritto nei
giorni scorsi una lettera a ministro per l’Industria, Eric
Besson, in cui sottolinea come la procedura di gara privilegi di
più “la pianificazione del territorio e la valorizzazione dello
spettro” piuttosto che lo sviluppo della concorrenza che, pur
essendo il terzo obiettivo fissato dalla gara, “è tenuto in poca
considerazione”. Un grosso problema per Free che dispone di
frequenze pari a cinque volte in meno degli altri e teme di non
avere risorse sufficienti a competere.
Anche Martin Bouygues, nonostante l’amicizia con il presidente
Sarkozy, esprime preoccupazione: “Lo Stato vuole massimizzare i
guadagni per cui chi paga di più vince”. E Orange il più ricco
degli operatori.