Il voto per il rinnovo del Garante Privacy e dell’Agcom salta ancora. Secondo quanto risulta a CorCom il 19 dicembre – data in cui era stata calendarizzata la votazione per il rinnovo delle due Autorità già oggetto di due proroghe dalla fine del loro mandato – non si voterà. E sempre secondo quanto risulta a CorCom l’ennesima proroga – prevedibilmente per altri 3 mesi – sarà inserita nel Milleproroghe.
La bocciatura dell’emendamento presentato dai 5Stelle nell’ambito della Manovra – per portare a 5 i membri del Garante Privacy e quindi consentire al Parlamento di eleggere il Presidente (attualmente viene eletto in automatico sulla base dell’anzianità dei 4 componenti eletti da Camera e Senato) – avrebbe portato il governo a optare per un’ulteriore proroga in modo da prendere tempo per avviare la riforma dell’Autorità. L’emendamento è saltato per motivi “economici”: la nomina di un quinto membro e quindi del Presidente avrebbe comportato risorse aggiuntive per l’emolumento del numero uno del Garante. Di qui la decisione della Commissione Bilancio di rigettare il provvedimento.
Il governo, nonostante il mancato accordo fra Pd e 5Stelle sui candidati, non molla la presa: la proroga servirebbe a ottenere tempo aggiuntivo per mettere a punto la riforma ed evitare la nomina a presidente del Garante del candidato “forte” di centrodestra Ignazio La Russa. Su Raffaele Squitieri, il candidato del centrosinistra sul quale si erano accesi i riflettori negli ultimi giorni non si sarebbe dunque chiuso il cerchio. Nonostante per Agcom non ci siano criticità, di fatto le due partite sono strettamente connesse visto che servirà un accordo fra governo e opposizione sulla nomina dei candidati per “spartirsi” le quote.