LO STUDIO

Gartner: app, utenti pronti a cedere sulla privacy

Gartner: nel 2017 i consumatori forniranno informazioni personali a più di 100 applicazioni e servizi al giorno, alimentando anche il “computing consapevole” alla base della domotica. Google, Amazon, Facebook e Apple big futuri in questa arena

Pubblicato il 22 Gen 2014

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Entro il 2017, le applicazioni mobili saranno scaricate più di 268 miliardi di volte: verrà generato un fatturato di oltre 77 miliardi di dollari e gli utenti mobili forniranno volontariamente grandi quantità di dati personali a più di 100 applicazioni e servizi ogni giorno. E’ quanto si legge nell’ultimo studio di Gartner.

“Le app mobili sono diventate il canale ufficiale per portare contenuti e servizi ai consumatori”, dichiara Brian Blau, research director di Gartner. “Dall’intrattenimento agli strumenti per la produttività, dal quantified self all’automazione domestica, oggi esiste praticamente un’app per tutto. Questa connessione ai servizi consumer significa che gli utenti incanalano costantemente dati attraverso le app mobili. Man mano che gli utenti continueranno ad adottare le app e a interagire con esse, saranno i loro dati – quello che dicono, quello che fanno, i posti dove vanno — a trasformare il paradigma di interazione con le app“.

Spesso oggi le app costituiscono un’opportunità per i brand di raggiungere i consumatori e coinvolgerli in modo diretto e quindi i dati che arrivano dagli utenti sono trattati come una risorsa. Questo vale soprattutto per le app gratuite, che nel 2013 rappresentano il 92% di tutte le app scaricate. Gli utenti delle app forniscono quantità di dati e spesso accettano la pubblicità in cambio dell’accesso all’applicazione.

Secondo Gartner, i brand e le aziende già usano le applicazioni mobili come componente primaria delle loro strategie di engagement dell’utente e man mano che l’uso dei device mobili, compresi quelli indossabili come gli occhiali e gli orologi smart, si allargherà ad altre aree di attività sia personali che lavorative, il ruolo delle app mobili diventerà ancora più significativo.

“Nei prossimi tre-quattro anni, le app non saranno più semplicemente confinate a smartphone e tablet, ma invaderanno un’ampia gamma di dispositivi, dagli elettrodomestici alle automobili ai device indossabili”, afferma Blau. “Entro il 2017, Gartner prevede che i wearable devices saranno responsabili della metà di tutte le interazioni con le app“.

I “wearables” useranno le mobile app come mezzo per lo scambio di dati e come interfaccia utente, visto che molti di questi device non avranno molte funzionalità di user interface. I wearables dipenderanno in larga misura dalle applicazioni per l’inserimento e l’erogazione dei dati, la configurazione, la creazione e il consumo di contenuti e anche per la connettività.

Le app mobili sono spesso un veicolo anche per il cognizant computing o computing consapevole, in cui i dati raccolti tramite l’utilizzo delle app e le relative analisi diventano molto più importanti per volume e valore. Anzi, questo tipo di elaborazione può essere così sofisticata che, tramite i provider di queste soluzioni informatiche, i brand imparano moltissimo sui loro singoli consumatori, dai dati demografici, alla location, alle abitudini e preferenze fino alla cerchia di amici. Per questo Gartner prevede che, entro il 2015, il cognizant computing sarà uno dei principali abilitatori delle soluzioni per la smart home.

“Il cognizant computing permette di effettuare scelte ponderate sulla base dei dati storici dell’utente”, spiega Sandy Shen, research director di Gartner. “Può prevedere le necessità dell’utente e completare delle mansioni indipendentemente dall’utente, come accendere lo scaldabagno nell’orario più comodo per il dato consumatore o chiamare il medico se si verifica un’emergenza”.

Secondo Gartner, grandi service provider come Google, Amazon, Facebook e Apple avranno probabilmente un vantaggio iniziale sul mercato del computing consapevole per la relazione che già hanno con i consumatori, che fornisce loro un enorme magazzino di dati degli utenti che sono in grado di analizzare e su cui possono basare le loro previsioni. Enormi database sugli utenti sono ovvamente l’asset chiave nel cognizant computing. In più, i consumatori conoscono questi brand e – in linea generale – si fidano se sono loro a gestire i loro dati personali, altro aspetto chiave nel computing consapevole. I nuovi entranti dovranno invece guadagnarsi questa fiducia e costruire relazioni solide con gli utenti da zero.

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