Google non ha rispettato la scadenza fissata dal regolatore tedesco
per consegnare i dati raccolti sulle reti wireless private durante
le riprese per Street View. Il colosso di Mountain View aveva tempo
fino alla mezzanotte del 26 maggio per presentare i dati al
Commissario all’informazione di Amburgo, Johannes Caspar, che ha
chiesto un’indagine sulle pratiche di Google e che ha spinto
l’azienda americana a riconoscere, il 14 maggio, che i suoi
veicoli hanno involontariamente registrato informazioni che
riguardano privati cittadini (frammenti di pagine web e messaggi
email trasportati da reti wifi non protette).
Tuttavia Google ha fatto sapere mercoledì che la richiesta del
commissario solleva “questioni legali” che l’azienda deve
prima esaminare; solo in seguito potrà decidere se rendere
disponibili le informazioni. I consulenti legali di Google hanno
indicato al colosso di Internet che condividere i dati privati col
regolatore potrebbe violare la legge tedesca sulle
telecomunicazioni.
Caspar ha respinto la tesi di Google assicurando che consegnare al
regolatore i dati raccolti non violerebbe alcuna legge. Secondo
alcune fonti sentite dal Financial Times, invece, Google rischia di
ritrovarsi a pagare una multa di 300 mila euro per aver mancato la
scadenza del 26 maggio.
E i guai non sono finiti perché anche negli Stati Uniti un giudice
federale ha ordinato a Google di consegnare copie dei dati wireless
privati catturati nel corso delle riprese per Street View: i dati
verranno poi conservati in modo sicuro come backup, nel caso
fossero ammessi come prova nelle cause legali contro Google.
Diversi Stati Usa hanno infatti già intentato causa contro
l’azienda di Mountain View chiedendo milioni di dollari di danni
per la raccolta di dati personali.
Google si è scusata,
affermando che tale raccolta è stata involontaria e causata dalla
presenza di reti wifi non protette. Ma probabilmente non basta.