BOTTA & RISPOSTA

Giacomelli a Schmidt (Google): “Su banda larga sappiamo cosa fare”

Il sottosegretario alle Tlc risponde alle critiche del chairman di Google: “Non ci voleva lui per dirci che siamo in ritardo. Ma stiamo reperendo le risorse e lavoriamo al coordinamento dei programmi regionali. Rispettermo i tempi di Eu 2020”

Pubblicato il 10 Giu 2014

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“Per dire che siamo in ritardo non ci voleva il capo di Google. Ce ne eravamo accorti e stiamo lavorando per ovviare”. Così il sottosegretario allo Sviluppo Economico, con delega alle Tlc, Antonello Giacomelli risponde a Eric Schmidt, sulla lentezza della rete internet in Italia. “Un piano banda larga esiste – aggiunge Giacomelli – e stiamo reperendo tutte le risorse, ma procediamo anche al coordinamento nazionale dei diversi piani delle regioni. Pensiamo di poter essere in grado di stare dentro i limiti temporali di agenda 2020″.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il chairman di Google aveva “bacchettato” il nostro paese: “Il motore dell’Italia sono le piccole e medie imprese. Ma i clienti sono in tutto il mondo. Quindi: primo passo, un website e una connessione adeguata. Internet non è abbastanza veloce, è una questione che il vostro governo deve affrontare rapidamente. Tutti gli italiani devono andare online: subito”.

Ieri, invece, in occasione dell’incontro con il minustro della Cultura, Dario Franceschini, Schmidt aveva bocciato anche le politiche per il lavoro messe in campo dai governi italiani in questi anni. “I governi italiani hanno fallito – aveva sottolineato il manager – il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo, pari al 46%. Per risolvere questo problema il governo dovrebbe cercare di formare e far lavorare i giovani nel mondo del web”.

“Io credo – aggiungeva il manager – che l’Italia possa fare di più per creare posti di lavoro per i giovani. E la strada giusta è quella della scommessa sulla digitalizzazione. Voi avete un asset che è il patrimonio storico-artistico ma non avete la tecnologia, manca la cultura del web e la consapevolezza che questo settore può far crescere l’economia”.

Bocciato anche il sistema educativo italiano: “Il sistema educativo italiano non forma persone adatte al nuovo mondo. Serve un cambiamento nel sistema di istruzione italiano”. L’esempio da seguire sono gli Usa dove “in tutte le scuole si insegna informatica”.

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