LA STRATEGIA

Open Fiber-Fibercop, Giorgetti: “Valutiamo rete unica”. Ma fra le due aziende è già guerriglia



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Il ministro dell’Economia conferma l’interesse del Governo per il progetto ma del dossier se ne riparla dopo la chiusura dell’operazione Sparkle. Intanto salta la trattativa commerciale fra le due wholesale company per l’affitto di 1 milione di linee nelle aree nere

Pubblicato il 16 ott 2024



Giancarlo Giorgetti 2

Sulla rete unica, tema tornato al centro del dibattito politico dopo lo spin-off della rete di Tim, il Governo sta facendo le sue valutazioni, ma aspetta l’esito dell’operazione Sparkle e considera prematuro formulare alcuna ipotesi. Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa.

Il tema della rete unica è un tema che stiamo valutando, però credo che alcune cose che si leggono siano assolutamente premature – ha detto Giorgetti. – Abbiamo appena finito di dare ordine al sistema, vediamo come si chiude l’operazione Sparkle e poi parleremo eventualmente di questo passaggio, di questo profilo”.

Nei giorni scorsi il cda di Tim all’unanimità ha dato mandato all’Ad Pietro Labriola di avviare le interlocuzioni in via esclusiva con il Ministero dell’Economia e Retelit (controllata dal fondo Asterion) sull’offerta da 700 milioni per rilevare il 100% di Sparkle. Di qui alle prossime settimane su punta ad approfondire i profili economici e finanziari dell’operazione ed è stato fissato al 30 novembre il termine per la presentazione di un’offerta vincolante.

Sparkle, Tim va avanti sull’analisi dell’offerta Mef-Retelit

Il cda di Tim, in applicazione del principio contabile internazionale IAS 28, paragrafo 6, lettera c), ha deliberato all’unanimità di qualificare il Ministero dell’Economia – in quanto socio di maggioranza del veicolo che acquisirebbe la partecipazione in Sparkle – quale parte correlata di Tim. Conseguentemente – ha spiegato Tim in una nota – “per la valutazione dell’offerta di acquisto di Sparkle saranno osservate le previsioni relative alle operazioni di maggiore rilevanza di cui alla procedura per l’effettuazione di operazioni con parti correlate adottata dalla società”.

Secondo gli analisti la nuova offerta, benché leggermente inferiore rispetto alla proposta presentata lo scorso gennaio, pari a 750 milioni, ha il vantaggio di rimuovere le incertezze legate agli earnout.

Per la cable company sul piatto 700 milioni

Lo scorso febbraio il Mef aveva già presentato un’offerta che valutava Sparkle a 750 milioni, di cui 625 riconosciuti al closing, e altri125 subordinati al verificarsi di alcune condizioni (earn out). Ma in quel caso il nodo del prezzo non era stato sciolto proprio causa degli earn out che avrebbero potuto modificare l’enterprise value.

A inizio ottobre il Ministero dell’economia e delle finanze si è fatto di nuovo avanti su Sparkle, questa volta insieme a Retelit, con un’offerta a Tim per acquisire l’intero capitale della cable company.

Lo Stato, secondo indiscrezioni, dovrebbe mantenere la maggioranza della società (il 51%) mentre la minoranza andrà a Retelit.

Secondo Intermonte, “La nuova offerta non vincolante (quindi migliorabile), se accettata consentirebbe alla ServCo di incassare ulteriori risorse finanziare da destinare al suo piano di rilancio e abbattere il debito (stimiamo una riduzione della leva di 0.1x EbitdaaL), senza mettere a repentaglio il profilo di generazione di cassa (Sparkle non destinata a generare cassa in arco piano), pur non generando plusvalenze significative (l’Ev di 0.7 miliardi si confronta infatti con un valore di carico di 480 milioni iscritto nel bilancio di Tim, a cui vanno aggiunti circa 0.2-0.3 miliardi di debito)”.

Salta la trattativa Open Fiber-Fibercop

Mentre prosegue a gonfie vele l’accordo fra Open Fiber e Tim, si fanno tesi i rapporti fra Open Fiber e Fibercop: secondo indiscrezioni stampa sarebbe saltata la trattativa sull’affitto delle linee inelle aree nere. 1 milione le linee richieste da Fibercop a Open Fiber per andare a soddisfare a sua volta i piani di Tim. Una richiesta che sarebbe stata rimandata al mittente: il casus belli si è stato scatenato nell’ambito della consultazione sui cosiddetti civici adiacenti. Fibercop avrebbe opzionato circa 40mila dei 96mila civici messi a consultazione sottraendoli di fatto a Open Fiber.

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