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Giornali a giorni alterni, affondo Fieg: “Si viola il diritto all’informazione”

Il presidente degli editori italiani critica il via libera dato da Agcom al piano di riassetto dei recapiti: “Mai vista una deroga così ampia alla direttiva Ue che, invece, obbliga alla distribuzione per almeno 5 giorni lavorativi”. E chiede subito un confronto con il governo e Poste Italiane

Pubblicato il 26 Giu 2015

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“La decisione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di approvare, con il voto a maggioranza, il piano presentato da Poste rischia di pregiudicare l’accesso all’informazione da parte dei cittadini nel 65% dei comuni italiani. È necessario che il confronto, richiesto dalla stessa Autorità nella decisione di ieri, tra editori, Poste Italiane e Governo affronti e risolva in maniera tempestiva e realmente efficace il problema della consegna dei giornali quotidiani e periodici”.

Il presidente della Fieg, Maurizio Costa, ha così commentato l’approvazione da parte dell’Agcom del progetto di Poste italiane di consegna della corrispondenza, e con essa dei giornali agli abbonati, a giorni alterni. Nel dettaglio l’Autorità ha detto ok alla passata la consegna a giorni alterni sul 25% del territorio nazionale seppure con fasi di implementazione spalmate tra il 2015 e il 2017, e l’incremento delle tariffe, in particolare per la posta ordinaria che viene reintrodotta al prezzo di 0,95 euro.

“Deroghe al principio della direttiva europea sul mercato dei servizi postali, che prescrive la distribuzione a domicilio della posta almeno cinque giorni lavorativi a settimana, dell’ampiezza di quella che Agcom ha concesso a Poste Italiane, che investe il 25% della popolazione italiana, non sono mai state concesse – spiega Costa – L’eccezione massima finora consentita è stata per la Grecia. Ma riguarda meno del 7% della popolazione disseminata in migliaia di piccole isole. In altri Paesi sono state riconosciute deroghe, ma sempre limitate a meno dell’1% della popolazione, non al 25% come in Italia. All’inaccettabile ampiezza del perimetro della deroga si aggiunge il fatto che in molti degli oltre 5mila comuni interessati il recapito postale costituisce l’unico mezzo di accesso alla stampa”.

“Se il piano di Poste Italiane, relativamente alla consegna dei giornali, dovesse restare così com’è – ha concluso Costa – non supererebbe l’esame della Commissione europea, già sollecitata sia dalla Fieg sia dal vice presidente David Sassoli con l’interrogazione presentata il 15 giugno scorso e in attesa di risposta, con il rischio dell’apertura dell’ennesima procedura d’infrazione contro l’Italia”.

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