L’avvicinarsi della quotazione in Borsa di Skype, annunciata fin
dallo scorso agosto e prevista per quest’anno, moltiplica le
valutazioni sulla salute della società della telefonia su
Internet, con analisi positive che si affiancano a quelle negative.
E’ l’incertezza sul modello di business a scatenare i maggiori
grattacapi: il numero di utenti cresce senza soste, ma la
percentuale di clienti che pagano per i servizi a valore aggiunto
resta esigua.
A metà 2010 Skype contava 560 milioni di utenti, di cui si stima
che circa 90 milioni fossero attivi. Di questi, sono solo 8 milioni
quelli che pagano, ovvero che possiedono un account SkypeOut e/o un
numero di telefono Skype (Online Number). E’ un modello
sostenibile nel lungo periodo?
Una recente stima di Standard & Poor's fissa le entrate di
Skype nei 12 mesi terminati a settembre 2010 a 830 milioni di
dollari, e gli utili netti a 170 milioni. Cifre che non riflettono
adeguatamente il successo di Skype tra i consumatori: nelle ore di
picco, il servizio registra 25 milioni di utenti simultanei e nel
2010 ha raggiunto uno share del 24,7% del traffico voce
internazionale, contro il 12% del 2009 e l’8% del 2008, secondo
dati di Telegeography.
Da notare che circa il 40% delle
telefonate su Skype sono chiamate video.
Skype è consapevole della necessità di crescere e offrire servizi
per cui vale la pena pagare. La società ha da poco apportato
modifiche al suo network per ovviare alle massicce interruzioni del
servizio verificatesi a dicembre (ma l’intervento ha scatenato
l’azione legale della Gradient Enterprises, che sostiene di
possedere il brevetto sulla tecnologia usata da Skype per riparare
la rete).
Skype ha anche acquisito di recente Qik (per 150 milioni di
dollari), un provider di video streaming mobile per tutti i
maggiori sistemi operativi (Android, iOS, Symbian, BlackBerry Os,
Windows Mobile) con 5 milioni di utenti; inoltre ha lanciato le
videochiamate di gruppo come servizio a pagamento (3,50 euro al
giorno o 6 euro al mese).
La tecnologia di Skype è stata aggiornata in modo da permettere le
chiamate da diversi sistemi operativi mobili (Android, BlackBerry,
Symbian) e molteplici modelli di smartphone (Htc, Motorola,
Samsung, Lg, BlackBerry, Nokia).
E’ stato lanciato anche Skype
for iPhone with Video, mentre Verizon Wireless sta lavorando per
portare le videochiamate con Skype sui cellulari Android. Infine,
Sony e Vizio stanno aggiungendo la possibilità di chiamare con
Skype anche alle loro tv e ai lettori Blu-ray.
Insomma, la posizione di Skype sul mercato internazionale sembra
consolidata. Ma per spingere sempre più utenti a passare al
modello a pagamento gli analisti pensano che Skype debba cercare
nuove e molteplici fonti di revenue. Anche perché altri provider
stanno lanciando le videochiamate e le tariffe di terminazione
scendono in tutto il mondo, accrescendo la concorrenza con la
telefonia tradizionale e rendendo sempre più difficile per Skype
generare un fatturato rilevante. L'azienda dovrà puntare sulle
videochiamate di gruppo e altri servizi da individuare lungo la
strada verso l’Ipo.