Il varo del piano d’azione Conquests 2015 di France
Telecom/Orange, che prevede una forte accelerazione sui progetti di
implementazione delle reti Ftth in Francia, come riportato ieri dal
Corriere delle comunicazioni (15 milioni di case connesse entro il
2020), ha portato alcuni analisti a confrontare la situazione
francese con quella dell’Olanda.
Nei Paesi Bassi Reggefiber, la joint venture gestita da Kpn e
Reggeborgh, ha come obiettivo di raggiungere 1,1-1,3 milioni di
case, o il 16% del totale, per la fine del 2012, connettendo ogni
anno 250.000-300.000 abitazioni al costo di 250-300 milioni di euro
annui. Il recente prestito ottenuto dalla Bei e una serie di banche
commerciali, del valore di 285 milioni di euro, non riuscirà
tuttavia a finanziare l’intero progetto, perché una parte
cospicua è già stata usata, prendendo i soldi in prestito dagli
azionisti di Kpn e Reggeborgh e il prestito della Bei servirà in
realtà a rimborsare gli investitori. Questo vuol dire che alla
fine del 2011 Reggefiber dovrà cercare nuovi capitali (i suoi
asset attuali non sono sufficienti a permetterle di
auto-finanziarsi).
Per contro, France Telecom (il cui piano Conquests 2015 si colloca
all’interno del “Programma nazionale per l’ultra-banda
larga” con cui il governo vuole stimolare gli operatori ad
affrettare i tempi delle loro implementazioni in fibra) ha già
annunciato investimenti per 2 miliardi di euro nel quinquennio
2010-2015 per l’Ftth e in più si è detta aperta alla
collaborazione con le amministrazioni locali per la realizzazione
di soluzioni ad interim (come il satellite) e con altri operatori
fornendo accesso alla propria rete e proponendo formule di
investimento congiunto nell’Ftth.
La questione finanziaria sembra destinare Kpn/Reggefiber a
procedere più lentamente di France Telecom nella copertura della
popolazione olandese con l'Ftth. Andando avanti al ritmo
previsto, Reggefiber avrà connesso 3,4 milioni di case per la fine
del 2020, pari al 45% del totale: un buon numero ma inferiore a
quello stimato dall’ex incumbent francese (e che non calcola le
implementazioni della concorrenza). Senza contare che Kpn ha
bisogno dell’Ftth per competere con gli operatori del cavo, un
fattore che invece non pressa France Telecom.
Secondo gli analisti, perciò, se Reggefiber vuole arrivare a una
copertura dell’80% per la fine del 2020, dovrà prendere in
considerazione alcune opzioni e, in particolare, la possibilità
che Kpn salga rapidamente al 100% di Reggefiber e infonda capitale
nella società della fibra; una volta terminati gli attuali
investimenti nel Vdsl2, rimarrà una parte di capitale disponibile
per l’Ftth.
Ci sono altre opzioni: per esempio, Upc e Ziggo (operatori del
cavo) potrebbero implementare la fibra nelle loro reti di accesso;
al momento, non hanno progetti in tal senso, ma l’aumento dello
streaming video potrebbero far cambiare idea alle due società.
Oppure Reggefiber potrebbe ricevere aiuto da nuovi entranti sul
mercato, come Jelcer, Oono, Teleplaza, GlasOperator, WDoo, che
però sono operatori molto piccoli (ma in teoria potrebbero farsi
avanti anche delle grandi come Vodafone, T-Mobile o Tele2). Delle
tre possibilità, dicono gli analisti, la prima resta la più
probabile: dovrà pensarci il nuovo ceo Eelco Blok quando salirà
alla guida di Kpn in primavera.