Trova l’accordo degli operatori delle Tlc l’idea del presidente
dell’Agcom Corrado Calabrò di creare una società veicolo per
dotare il Paese di fibra ottica.
“Noi siamo disponibili a condividere infrastrutture e, dunque,
disponibili a considerare di condividere progetti di investimenti.
Bisogna vedere cosa significa la condivisione”. Risponde così
infatti Franco Bernabè, amministratore delegato
di Telecom Italia, all'idea di Calabrò
precisando comunque che ci sono già esempi di condivisione di
infrastrutture, come per esempio quello con Fastweb. Quanto a nuovi
piani, tuttavia “ci vuole un quadro regolatorio che sia di
stimolo e di incentivo e garantisca la redditività”. L'a.d.
ha aggiunto che “rispetto agli auspici di Calabrò stiamo facendo
la nostra parte e tutti condividiamo l'aspettativa che il Paese
si doti in tempi compatibili di infrastrutture più
avanzate”.
“L'idea” di Calabrò di creare una società veicolo
“cammina sulle gambe degli operatori”, ha aggiunto Bernabè.
Riguardo al ruolo che potrebbe avere lo Stato, l'ad di Telecom
Italia ha spiegato: “Credo che la disponibilità della Cassa
Depositi e Prestiti ai finanziamenti debba essere a condizioni
almeno analoghe di quelle proposte dalla Banca europea per gli
investimenti (Bei). Il pubblico – ha tuttavia aggiunto – non fa le
differenza. Gli investimenti devono essere razionali”. Certamente
“qualora il mercato non remuneri gli investimenti li può fare
solo lo Stato”. Sempre riguardo al progetto di creare la
società-veicolo Bernabè ha ricordato che “c'è già una
società pubblica che è Infratel”. Bernabè ha poi sottolineato
che Telecom ha già “investito molto” sulla fibra; “anche
riguardo allo scambio e alla condivisione di infrastrutture con
altri operatori ci sono testimonianze che non ci stiamo tirando
indietro: c'è l'accordo con Fastweb, quello con Vodafone e
quello, dell'altro ieri, con H3G. Da parte degli operatori
c'è la disponibilità a condividere le infrastrutture per
consentire il miglioramento della dotazione infrastrutturale del
Paese”. Apprezzamento dall’a.d di Telecom anche sulla relazione
del presidente Corrado Calabrò relativamente ad Open Access: “Mi
ha fatto molto piacere l'apprezzamento nei confronti del nuovo
assetto organizzativo di Telecom” che comprende la creazione di
Open Access e gli impegni firmati con l'Autorità per
l'apertura della rete di accesso. Sono decisioni per
l'azienda «decisamente impegnative e che non abbiamo fatto a
cuor leggero». Bernabè ha infine lodato il piano Romani:
“Riguardo al completamento degli investimenti per risolvere il
digital divide c'è apprezzamento per quanto fatto dal Governo
che ha trovato la disponibilità delle risorse, e che ora devono
essere immediatamente usate”.
Anche per Paolo Bertoluzzo, a.d. di
Vodafone Italia quella dell’Acgom è “una
relazione costruttiva che guarda al futuro”. “L'Autorità –
continua Bertoluzzo – ha un ruolo centrale e determinante
nell'accompagnare la transizione in atto nel sistema delle Tlc.
Sia, come ha fatto, guidando e vigilando sulla concreta attuazione
di Open Access, sia stimolando la nascita dell'infrastruttura
di nuova generazione con un modello condiviso. Il modello di una
società-veicolo costituita da un nucleo di investitori e aperta
alla partecipazione del capitale pubblico, che il presidente indica
come più praticabile in Italia, è da guardare con attenzione
perché può coniugare investimento e concorrenza, a beneficio dei
consumatori, delle imprese e dell'economia del Paese”.