IL REPORT

Gli smartphone danneggiano la biodiversità. Serve una “tassa” da 7,10 euro per telefonino



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In uno studio Abn Amro quantifica l’impatto della produzione e propone un rincaro dei prezzi per compensarla. Necessaria l’adozione di energie rinnovabili e bisogna puntare su materiali riciclati e sostenibili nonché su una maggiore durata dei prodotti

Pubblicato il 10 ott 2024



ambiente, green

Ci sono anche gli smartphone sul banco degli imputati per la perdita globale di biodiversità, come emerge dall’ultimo report di Abn Amro e Impact institute. La produzione dei cellulari intelligenti causa la distruzione ogni anno di 1,9 milioni di ettari di territorio che ospita specie animali e vegetali diverse. Una soluzione possibile è imporre una “tassa“, o meglio una tariffa di compensazione per il produttore, pari a 7,10 euro per ogni smartphone. C’è anche una molteplicità di strategie che si possono adottare, sia per i produttori che per i venditori, dalla verifica dei materiali lungo la supply chain all’analisi dei dati fino alla promozione dell’acquisto dei modelli ricondizionati.

Una tassa di 7 euro sugli smartphone aiuterebbe l’ambiente

La “tassa green” sulla produzione degli smartphone potrebbe finanziare l’adozione di energie rinnovabili nella produzione, l’impiego di materiali riciclati e sostenibili e la promozione di un ciclo di vita più lungo del device (oltre i 2,5 anni). Questi elementi avrebbero tutti un impatto positivo sulla sostenibilità del prodotto.

La biodiversità globale è diminuita di quasi il 70% negli ultimi 50 anni, ma più della metà dell’economia globale dipende dai benefici di un ecosistema sano: basti pensare all’impollinazione per l’agricoltura. La Corporate sustainability reporting directive (Csrd) dell’Ue esige da tutte le grandi aziende con un impatto significativo o materiale sull’ambiente e un modello di business che è direttamente impattato dai fattori ambientali di stilare un report sulla biodiversità a partire dal 2025, indicando gli elementi che mettono pressione sulla biodiversità.

Lo studio di Abn Amro afferma che la produzione e lo smaltimento di uno smartphone comportano una perdita di 16,6 metri quadri di biodiversità globale incontaminata per un anno. Ciò include il consumo di acqua, le emissioni di CO2, il consumo di energia e l’uso di suolo.

Le strategie per cellulari più green

Lotta al cambiamento climatico e riduzione dell’inquinamento dell’acqua e dell’aria sono le prime mosse per rendere la produzione di smartphone più green. Lo studio suggerisce ai produttori di adeguare gli acquisti per cercare di utilizzare materiali riciclati, di promuovere la progettazione modulare e la riciclabilità delle parti e di migliorare la tracciabilità in tutte le parti della catena di fornitura per identificare opportunità per ridurre l’impronta ambientale delle materie prime e dei materiali.

Il “design for circolarity” è un’altra delle prassi da adottare: i partner della filiera si impegnano per la progettazione di prodotti con un elevato valore di riparazione e riciclaggio, in modo che i device durino più a lungo e le materie prime cruciali possano essere riutilizzate per ridurre l’impronta ambientale.

Anche i retailer possono contribuire alla sostenibilità dei cellulari analizzando la loro value chain per determinare l’impatto dei prodotti sulla biodiversità e formulando delle specifiche policy per proteggere l’ambiente. Per esempio, possono chiedere ai fornitori dati sull’impatto dei prodotti sulla biodiversità e usare modelli circolari, vendendo anche prodotti usati o ricondizionati offrendo servizi come il noleggio di prodotti e la riparazione.

I retailer possono anche ottimizzare la durata di vita dei prodotti offrendo prodotti di alta qualità e incoraggiando nei consumatori la scelta della qualità e della buona manutenzione dei prodotti.

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