La Federal Communications Commission (Fcc) è pronta a revocare l’autorizzazione a China Unicom Americas e a Pacific Networks (inclusa la sua controllata ComNet) per la fornitura di servizi Tlc negli Stati Uniti. Lo riporta Reuters, che precisa che l’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni ha già avviato le procedure del caso.
Una strategia di medio termine
Ad aprile la Fcc aveva del resto emesso una serie di dispositivi in cui avvertiva che avrebbe potuto revocare le licenze operative di tre società di telecomunicazioni cinesi controllate dallo stato: alle due già citate si aggiungeva China Telecom – la più grande società di telecomunicazioni cinese, che ha avuto l’autorizzazione degli Stati Uniti per quasi 20 anni – per la quale il regolatore ha aperto un procedimento simile a dicembre.
Nello specifico, la Fcc ha dichiarato che le società “non sono riuscite in questa fase a dissipare gravi preoccupazioni” sulle loro autorizzazioni statunitensi. Il commissario della Fcc Geoffrey Starks ha osservato che molti operatori di telecomunicazioni cinesi “possiedono anche centri dati che operano negli Stati Uniti”. Ha detto che la Fcc attualmente non dispone dell’autorità per “affrontare questa potenziale minaccia alla sicurezza nazionale”. Commentando la decisione, China Unicom ha dichiarato che la filiale legale della società opera negli Stati Uniti da quasi vent’anni e si aspetta che la Fcc conduca una revisione approfondita, equa e basata sui fatti.
Il peso delle decisioni della Fcc
Nel maggio 2019, ricorda Reuters, la Fcc ha votato all’unanimità per negare a un’altra società di telecomunicazioni cinese di proprietà statale, China Mobile, il diritto di fornire servizi statunitensi, citando i rischi che il governo cinese potrebbe utilizzare l’approvazione per condurre spionaggio contro il governo degli Stati Uniti.
La scorsa settimana, invece, la Fcc ha designato cinque società cinesi come minacce alla sicurezza nazionale ai sensi di una legge del 2019 volta a proteggere le reti di comunicazione statunitensi. Parliamo di Huawei, Zte, Hytera Communications, Hangzhou Hikvision Digital Technology e Dahua Technology. Facebook, d’altra parte, ha ritirato la richiesta di utilizzare un cavo per trasportare il traffico Internet tra gli Stati Uniti e Hong Kong, citando “le continue preoccupazioni del governo degli Stati Uniti sui collegamenti di comunicazione diretta”.
E in Cina le autorità indagano sul fenomeno del deep fake
Nel frattempo le autorità di regolamentazione cinesi hanno convocato 11 big nazionali del settore tech, tra cui Alibaba, Tencent e ByteDance, per colloqui sull’uso delle tecnologie “deepfake” sulle loro piattaforme di contenuto. L’obiettivo è quello di intensificare i controlli del settore. Attraverso i deepfake, i creator sfruttano l’intelligenza artificiale per montare vita video o audio iperrealistici ma falsi in cui una persona sembra dire o fare qualcosa che in realtà è per l’appunto un ‘fake’. La Cina ha aumentato il controllo dei suoi giganti che operano su Internet negli ultimi mesi, citando preoccupazioni sul comportamento monopolistico e denunciando potenziali violazioni dei diritti dei consumatori.
La Cyberspace Administration of China ha reso noto di aver ascoltato le aziende con il ministero della sicurezza pubblica per discutere di “valutazioni sulla sicurezza” e di potenziali problemi riguardanti il deepfake e le app audio. All’incontro hanno partecipato anche Kuaishou Technology e Xiaomi, ma tutte le aziende hanno preferito non rilasciare commenti dopo il vertice.