“Questa situazione si chiarirà prima del voto, perché non è che si aspetta il voto per fare le cose: il governo va avanti e fa quello che deve fare”. Lo ha detto Carlo Calenda, ministro per lo Sviluppo Economico, a proposito della decisione sull’eventuale multa da comminare a Tim per l’infrazione delle regole sul golden power. “Abbiamo chiesto un parere all’avvocatura dello Stato perché c’è una determinazione nella legge in termini percentuali molto significativa, e questo parere arriva a giorni”, ha detto il ministro, a margine dell’Annual meeting di Bhge oggi a Firenze, osservando che, “se sarà riscontrato che la multa ci debba essere, la multa verrà fatta, perché noi siamo un paese che fa rispettare le regole”.
Il dossier golden power si interseca cone le imminenti dimissioni del vicepresidente di Tim, Giuseppe Recchi: il manager pur mantenendo il suo posto nel cda, si prepara per una nuova avventura in qualità di ceo di un fondo di private equity internazionale. Dunque, inevitabilmente, deve rimettere le deleghe in Sparkle. Una questione non da poco considerato che Recchi rappresentava il “presidio” italiano determinante nella vicenda golden power. Il presidente Arnaud De Puyfontaine ha però assicurato che l’azienda sta lavorando al tema: “Lavoriamo per poter arrivare a una nuova indicazione circa la riorganizzazione. Non c’è nessun problema”, ha dichiarato puntualizzando che “Recchi mi ha annunciato ieri il suo nuovo lavoro e non è compatibile con il fatto di poter mantenere la responsabilità nell’ambito della sicurezza”. Ma in realtà il problema c’è perché le deleghe sulla sicurezza devono essere affidate a un italiano. I riflettori sono puntati a questo punto su Franco Bernabè ma ci vorrebbe un ok “politico”.
La decisione di Recchi ha costretto a una convocazione urgente del consiglio anche perché la questione delle deleghe impone una riorganizzazione ad ampio spettro: se Bernabè dovesse assumere il nuovo incarico a catena bisognerebbe riorganizzare comunque tutto il board e riportare a 10 il numero degli amministratori indipendenti. Durante il consiglio è stato inoltre comunicato che si va avanti con il ricorso al Presidente della Repubblica in merito alla decisione del governo di esercitare il golden power. “Come già detto è un ricorso tecnico – ha specificato De Puyfontaine – Abbiamo ottime relazioni con il governo e palazzo Chigi. Stiamo andando avanti per trovare degli elementi pratici, è solo un problema di calendario, è una decisione tecnica”.