STRATEGIE

Google compra Skybox: il satellite per moltiplicare il business dei dati

Il motore di ricerca allarga il suo raggio d’azione. Acquisita per 500 milioni di dollari la società che fornirà immagini (e informazioni) più dettagliate per Maps e Earth. Ma la strategia è più vasta: si punta alla fornitura globale di accesso a internet. E a muovere i primi passi nell’acquisizione di frequenze

Pubblicato il 11 Giu 2014

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Google e le car che si guidano da sole, robot, droni, mappe, dispositivi mobili, formule anti-invecchiamento. In 10 anni l’azienda californiana ha effettuato 250 acquisizioni con l’obiettivo di esplorare nuove frontiere della tecnologia e aprire a nuovi mercati. Ma sono i satelliti gli attuali oggetti del desiderio: sia per perfezionare la resa dei Google Maps, sia – soprattutto – per spingere sulla fornitura di banda larga dallo spazio. Ci sono già stati il progetto Loon così come l’acquisizione di O3B Networks, società che punta a realizzare un network per il broadband satellitare mirato a risolvere il digital divide di paesi emergenti (O3B significa non a caso “Other 3 Billion people”).

Il nuovissimo acquisto si chiama Skybox Imaging: per 500 milioni di dollari la tecnologia prodotta dalla società nata nel 2009 nella Silicon Valley entrerà nel grande circuito Google. Skybox punta alla realizzazione di una costellazione di microsatelliti capaci di scattare foto e video della Terra in alta risoluzione. Non basta: Google ha specificato che i dati che Skybox estrarrà dalle immagini saranno sinergici ad altri fronti del business del motore di ricerca, inclusi i numerosi progetti che fanno perno sull’accesso a Internet.

Non a caso è la banda larga al centro dell’operazione chiusa a fine maggio. Come scrive SpaceNews la società WorldVu ha acquisito le frequenze Mss (mobile satellite service) nella banda Ku un tempo in mano alla (defunta) società SkyBridge. WorldVu punta a lanciare una costellazione di 360 piccoli satellitia un’altitudine di 800-950 chilometri, che forniranno servizi Internet ai singoli utenti di tutto il mondo. WorldVu (nei documenti depositati all’Itu si chiama L5) ha promesso di avviare il servizio alla fine del 2019. Secondo il Wall Street Journal Google sosterrebbe l’avventura con una cifra tra il miliardo e i 3 miliardi di dollari.

Ma non è la prima volta che Google ha fatto una mossa nel mondo della gestione delle frequenze. Alcune settimane fa il chief executive Larry Page si era detto contrario all’uso di banda armonizzata per la sua impresa Project Loon che sta puntando a offrire servizi su frequenze per il mobile già assegnate. Google dunque affitterebbe le sue sonde come una società delle torri “stratosferica”.

Google non è ancora membro dell’associazione GSM, ma è fra i componenti della Dynamic Spectrum Alliance – annota Toby Youwell di Policy Tracker – che promuove l’accesso a frequenze dinamiche in più bande possibili, iniziando dalla Tv negli spazi bianchi. Forse l’ubiquità è la strategia delle frequenze di Google. O forse il gigante della ricerca internet – commenta Youwell – si sente a suo agio così: perché non è ancora sicuro su quale sia la strada giusta da tenere sulle frequenze.

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