Google e la Polizia Postale uniscono le forze e lanciano la campagna “Buono a sapersi” che intende aiutare gli utenti della rete ad acquisire una maggiore consapevolezza per quanto riguarda privacy e sicurezza. Il progetto prevede la realizzazione di un sito www.google.it/BuonoASapersi che con un linguaggio semplice, video e immagini affronta i temi della navigazione sicura e della tutela dei propri dati. Il sito è articolato in quattro sezioni , due generali sul web e due sui servizi di Google.
L’area relativa alla sicurezza spiega cosa sia un malware, suggerisce come creare un password sicura, come proteggere il wi-fi e come ci si difende da phishing si garantisce la sicurezza con i dispositivi mobili.
I tuoi dati sul web è la sezione del sito che si occupa delle tipologie di dati raccolte dai siti. Si parla quindi di cookie, indirizzi Ip e cosa significa utilizzare un servizio effettuando l’accesso a un account.
Le due aree di Google sono invece dedicate a come il motore di ricerca raccoglie i dati degli utenti e alla gestione di questi . “Si tratta di dati – ha precisato Simona Panseri, direttore comunicazione & public affairs di Google – che utilizziamo per migliorare i servizi. Per esempio il suggeritore automatico è frutto dell’analisi di grandi quantità di dati che hanno permesso di individuare pattern costanti con gli errori più ripetuti. E poi c’è Google Translate che non funziona con un meccanismo da dizionario ma individua nel web pattern analoghi alle pagine da tradurre e in pratica propone traduzioni che di fatto già esistono nella rete”.
Il motore di ricerca mette poi a disposizione una serie di strumenti per avere il controllo dei dati online che possono anche essere trasferiti se l’utente decide di non avvalersi più dei servizi offerti dalla società di Mountain View.
Per quanto riguarda la Polizia Postale, ha spiegato Marco Valerio Cervellini, responsabile dei progetti per l’educazione e la legalità -, l’iniziativa si inserisce in un modello di educazione partecipata e si accompagna a una serie di incontri con gli studenti che hanno l’obiettivo di entrare in contatto con 450.000 alunni delle scuole elementari medie e superiori per spiegare i pericoli della rete.
Un’attività affidata ai poliziotti più giovani che possiedono il linguaggio adatto a entrare in sintonia con gli esperti ragazzi che in rete ci sono nati e che vuole anche mettere sull’avviso i giovani, per esempio, sul pericolo del gioco online. Dagli ultimi dati della Polizia Postale il gioco online effettuato su siti stranieri illegali (su quelli italiani dei meccanismi impediscono il gioco ai minori) da parte dei ragazzi con meno di 18 anni è uno dei fenomeni emergenti. Inoltre, grazie a questi incontri nelle scuole sono nate centinaia di indagini su abusi sessuali, in alcuni dei quali è stato riscontrato anche l’abbassamento di età da parte degli adescatori. Un paio avevano 18 anni.