Il modulo per il “diritto all’oblio” di Google era proprio quello che molti internauti aspettavano: il colosso del web ha ricevuto più di 41.000 richieste in quattro giorni da parte di cittadini europei che chiedono al motore di ricerca di rimuovere le loro informazioni personali dai suoi risultati, come rivela oggi il Financial Times. In pratica, le richieste arrivano al ritmo di sette ogni minuto.
Una corsa ad essere “cancellati” da Internet che è cominciata venerdì, quando Google ha reso disponibile il modulo con cui i privati cittadini europei possono inviare la richiesta di eliminare i link a specifiche informazioni che li riguardano.
Come noto, Google ha introdotto questo meccanismo dopo che la Corte europea di giustizia ha decretato lo scorso mese che le persone hanno il diritto di chiedere la rimozione di risultati di ricerca che collegano a dati personali “inappropriati, irrilevanti o datati”. Solo venerdì, il modulo è stato compilato da 12.000 persone.
Le richieste arrivano a Google da tutta l’Ue ma con una grossa porzione di domande che proviene da Germania e Regno Unito, secondo le fonti del Ft.
Google ha commentato facendo sapere che esaminerà ogni singola richiesta per valutare se risponde ai criteri stabiliti dalla Corte di giustizia e farà svolgere questa valutazione da personale in carne ed ossa, non da algoritmi e computer. Per le richieste che saranno accolte, i link cominceranno ad essere rimossi dopo la metà di giugno.
Molti esperti di Internet ritengono però che il tentativo della Corte di giustizia europea di dare alle persone maggiore controllo sulle loro informazioni personali sia destinato a fallire, per la struttura globale e interconnessa della rete. La stessa Google non ha intenzione di rimuovere i link alle informazioni personali dalla versione Usa del suo motore di ricerca e quindi i cittadini europei potranno comunque visitare il sito americano di Google e ritrovare gli stessi link rimossi dalle versioni europee.