IL CASO

Gorno Tempini (Cdp): “In Telecom non vogliamo entrare”

Ma Cassa depositi potrebbe rientrare sia pur indirettamemte attraverso il Fondo strategico nel progetto di “matrimonio” fra TI e Metroweb

Pubblicato il 23 Mar 2014

gorno-tempini-130418144237

“In Telecom Italia non vogliamo entrare”: sono parole inequivocabili quelle di Giovanni Gorno Tempini, numero uno della Cassa depositi e prestiti. In un’intervista al Sole 24Ore Gorno Tempini pur riconoscendo “il valore strategico delle reti di nuova generazione”, ha puntualizzato che Cdp non diventerà “azionista” della società capitanata da Marco Patuano con l’obiettivo di spingere la realizzazione di un network nazionale a banda ultralarga. Ipotesi più volte balzata agli onori della cronaca nel corso degli ultimi anni nell’ambito del dibattito sulla creazione della newco delle reti, che fra le altre possibilità ha contemplato anche il coinvolgimento diretto della Cassa nella “proprietà” della società che sarebbe dovuta nascere a seguito dello scorporo della rete dell’ex incumbent, intenzionato però a mantenere la quota di maggioranza nella stessa newco.

Il progetto, finito nell’empasse anche e soprattutto a causa del disaccordo sul valore della rete in rame da conferire nella newco sembra dunque essere giunto al capolinea. E peraltro a inizio mese lo stesso Franco Bassanini, presidente della Cdp aveva puntualizzato che il progetto di scorporo “non compete a Cdp ma a Telecom Italia”. “Per raggiungere un accordo – aveva detto Bassanini – bisogna trovare una soluzione che garantisca che le risorse messe eventualmente dal gruppo Cdp siano destinate alla rete e non ad altri scopi”. “Fin dall’inizio c’è stata la nostra piena disponibilità a concorrere a soluzioni in cui sia evidente che le risorse che venissero eventualmente dal nostro gruppo – ha aggiunto – siano interamente destinate ad accelerare gli investimenti sull’infrastruttura di rete e, in secondo luogo, che la soluzione sia tale da garantire un’assoluta uguaglianza nell’accesso all’infrastruttura e nel trattamento di tutti gli operatori”.

Cdp uscita dalla porta principale potrebbe però rientrare dalla finestra. Secondo indiscrezioni Telecom Italia starebbe valutando l’ipotesi di un “matrimonio” con Metroweb e avrebbe avviato uno studio interno per analizzare il “caso”. Le quote potrebbero essere rilevate da F2i, che controlla il 53,8% di Metroweb, mentre il Fondo Strategico Italiano, controllato dalla Cassa depositi e Prestiti (80,1% Ministero dell’Economia e 18,4% Fondazioni bancarie), controlla il 46,2%.

L’ingresso della Cdp in qualità di investitore si profila anche nel “piano Fossati” per Telecom che sarà sottoposto al vaglio degli azionisti in vista dell’Assemblea di aprile. La divisione della telefonia fissa (una delle tre previste dal piano) è chiamata a migliorare la propria struttura di rete attraverso un ‘limitato aumento di capitale’ sostenuto da investitori istituzionali. Il riferimento è indirettamente alla possibilità di ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nella rete di Telecom. Fossati in un’intervista al Sole 24Ore ha inoltre puntualizzato che serve ”un potenziamento della rete per offrire servizi a valore aggiunto ai clienti”. Secondo il finanziere le risorse per investire si trovano facendo ”aumenti di capitale al piano delle società sotto la holding e facendo entrare partner che possono contribuire anche in natura, apportando tecnologia utile ad accelerare il processo”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati