“In Telecom Italia non vogliamo entrare”: sono parole inequivocabili quelle di Giovanni Gorno Tempini, numero uno della Cassa depositi e prestiti. In un’intervista al Sole 24Ore Gorno Tempini pur riconoscendo “il valore strategico delle reti di nuova generazione”, ha puntualizzato che Cdp non diventerà “azionista” della società capitanata da Marco Patuano con l’obiettivo di spingere la realizzazione di un network nazionale a banda ultralarga. Ipotesi più volte balzata agli onori della cronaca nel corso degli ultimi anni nell’ambito del dibattito sulla creazione della newco delle reti, che fra le altre possibilità ha contemplato anche il coinvolgimento diretto della Cassa nella “proprietà” della società che sarebbe dovuta nascere a seguito dello scorporo della rete dell’ex incumbent, intenzionato però a mantenere la quota di maggioranza nella stessa newco.
Il progetto, finito nell’empasse anche e soprattutto a causa del disaccordo sul valore della rete in rame da conferire nella newco sembra dunque essere giunto al capolinea. E peraltro a inizio mese lo stesso Franco Bassanini, presidente della Cdp aveva puntualizzato che il progetto di scorporo “non compete a Cdp ma a Telecom Italia”. “Per raggiungere un accordo – aveva detto Bassanini – bisogna trovare una soluzione che garantisca che le risorse messe eventualmente dal gruppo Cdp siano destinate alla rete e non ad altri scopi”. “Fin dall’inizio c’è stata la nostra piena disponibilità a concorrere a soluzioni in cui sia evidente che le risorse che venissero eventualmente dal nostro gruppo – ha aggiunto – siano interamente destinate ad accelerare gli investimenti sull’infrastruttura di rete e, in secondo luogo, che la soluzione sia tale da garantire un’assoluta uguaglianza nell’accesso all’infrastruttura e nel trattamento di tutti gli operatori”.
Cdp uscita dalla porta principale potrebbe però rientrare dalla finestra. Secondo indiscrezioni Telecom Italia starebbe valutando l’ipotesi di un “matrimonio” con Metroweb e avrebbe avviato uno studio interno per analizzare il “caso”. Le quote potrebbero essere rilevate da F2i, che controlla il 53,8% di Metroweb, mentre il Fondo Strategico Italiano, controllato dalla Cassa depositi e Prestiti (80,1% Ministero dell’Economia e 18,4% Fondazioni bancarie), controlla il 46,2%.
L’ingresso della Cdp in qualità di investitore si profila anche nel “piano Fossati” per Telecom che sarà sottoposto al vaglio degli azionisti in vista dell’Assemblea di aprile. La divisione della telefonia fissa (una delle tre previste dal piano) è chiamata a migliorare la propria struttura di rete attraverso un ‘limitato aumento di capitale’ sostenuto da investitori istituzionali. Il riferimento è indirettamente alla possibilità di ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nella rete di Telecom. Fossati in un’intervista al Sole 24Ore ha inoltre puntualizzato che serve ”un potenziamento della rete per offrire servizi a valore aggiunto ai clienti”. Secondo il finanziere le risorse per investire si trovano facendo ”aumenti di capitale al piano delle società sotto la holding e facendo entrare partner che possono contribuire anche in natura, apportando tecnologia utile ad accelerare il processo”.