Circa 300 dipendenti del gruppo di tlc ellenico Ote hanno bloccato
un'arteria principale di Atene per protestare contro il
progetto del governo di privatizzare la compagnia per rispondere
alle richieste dell'Ue e dall'Fmi. E' quanto si legge
sul sito online del quotidiano greco 'Ekhatimerini'.
E' la seconda volta, nel giro di pochi giorni, che i lavoratori
di Ote scendono in piazza per dire 'no' ad
un'operazione necessaria per ottenere la quinta tranche del
pacchetto di salvataggio dal 110 miliardi di euro dell'Unione
europea e del Fondo monetario.
I dimostranti, che si sono radunati a Tritis Septemvriou Street,
contestano il progetto del governo di cedere una quota del 10% di
Ote a Deutsche Telekom, che già detiene il 30%. Il 10% di Ote
sarebbe venduto ad una cifra pari a circa 400 milioni di euro e
Deutsche Telekom avrebbe un'opzione per acquistare la restante
parte del gruppo in un secondo momento.
La crisi economica greca spinge Atene a cercare ogni possibile
fonte per riempire le esangui casse dello Stato. Una di queste è
la partecipazione nella telecom Ote: il governo greco ha contattato
Deutsche Telekom, il maggior azionista della società balcanica,
per discutere la vendita della quota che Atene possiede nella
Hellenic Telecommunications Organization. Lo ha reso noto venerdì
scorso il ministro delle Finanze. La vendita dovrebbe concludersi
addirittura nel giro di un mese.
Il governo greco ha bisogno di incassare contanti il più
rapidamente possibile. L’esecutivo ha già fatto sapere di avere
intenzione di mettere insieme 50 miliardi di euro vendendo una
serie di asset in suo possesso. Nella telco Ote, Atene ha il 20%,
mentre Deutsche Telekom controlla il 30%.
Ote è il maggiore operatore di telecomunicazioni nei Balcani e
impiega 30.500 persone nei quattro Paesi in cui è presente,
Albania, Bulgaria, Romania e Serbia. Nella sola Grecia conta 3,7
milioni di abbonati alla telefonia fissa, 7,6 milioni di abbonati
mobili e 2,6 milioni di clienti per l’Adsl.