La sfida della sostenibilità non risparmia il settore delle telecomunicazioni, dove gli imperativi Esg si traducono in due grandi obiettivi: ridurre le emissioni di gas serra e chiudere il divario digitale riuscendo, al tempo stesso, a soddisfare la crescente domanda di dati e connettività.
Il settore sta già facendo passi da gigante nel disaccoppiamento del traffico dati e del consumo di elettricità e delle emissioni di carbonio con l’aiuto di tecnologie intelligenti come l’Ai e il machine learning. Secondo la Gsma, il traffico dati è aumentato del 31% nel 2021, mentre l’uso di elettricità è salito del 5% e le emissioni di carbonio associate sono aumentate solo del 2%.
Ma gli operatori che vogliono adottare soluzioni innovative per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità hanno bisogno di un piano di finanziamento. E si stanno rivolgendo sempre più al mercato della finanza sostenibile, come si legge in un’analisi di Ing.
“Gli investitori stanno sempre più prendendo in considerazione l’Esg nelle loro decisioni e vedono gli operatori di telecomunicazioni come partner ideali“, afferma Jeroen Kleinjan, amministratore delegato della divisione telecomunicazioni di Ing.
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Telco e sostenibilità, crescono i green bond
Per esempio, nel marzo 2022, l’operatore di telecomunicazioni americano Verizon ha emesso il suo quarto green bond da 1 miliardo di dollari per accelerare la transizione verso reti elettriche più verdi negli Stati Uniti. L’azienda mira ad avere metà del suo consumo totale annuo di elettricità sostenuto da energie rinnovabili nei prossimi tre anni.
Da parte sua Orange, che ha emesso la sua prima obbligazione di sostenibilità da 500 milioni di euro nel settembre 2020, prevede di destinare circa il 40% dei fondi a progetti di “inclusione digitale e sociale” e l’altro 60% a progetti incentrati sull’efficienza energetica e sull’economia circolare.
Alla fine del 2021, Deutsche Glasfaser ha raccolto 5,75 miliardi di euro per sostenere il suo piano di portare le reti in glass fiber a quattro milioni di case entro la fine del 2025. Allo stesso modo, Adamo Telecom Iberia ha raccolto 600 milioni di euro per collegare oltre 3,2 milioni di case nella Spagna rurale alla sua rete in fibra.
La sfida: ridurre le emissioni di gas serra del 45%
Secondo l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Itu), l’industria delle Ict dovrà ridurre le emissioni di gas serra del 45% tra il 2020 e il 2030 se intende rispettare gli accordi di Parigi. Ad oggi, 50 operatori, che rappresentano il 44% delle connessioni mobili globali, si sono impegnati a ridurre rapidamente le loro emissioni nel prossimo decennio, con molti che mirano a raggiungere obiettivi net zero entro il 2050 o prima, secondo un report della Gsma.
Ma la strada da percorrere è lunga: il settore delle Ict, con le reti di telecomunicazione e i data center in testa, potrebbe essere responsabile del 14% delle emissioni globali di carbonio entro il 2040, rispetto al 3-4% di oggi, secondo Bcg. Il 5G dovrebbe portare a un rapido aumento dell’uso dei dati in quanto trova più applicazioni sia in contesti industriali che di consumo e ciò, secondo una ricerca di Nokia, porterà a un aumento del 160% della domanda di energia entro il 2030 (nonostante le reti 5G siano fino al 90% più efficienti dal punto di vista energetico per bit rispetto alle reti 4G).
Esg, c’è anche il superamento del divario digitale
Oltre alle sfide ambientali, il settore delle telecomunicazioni deve affrontare una sfida sociale: oggi, 2,9 miliardi di persone – il 37% della popolazione mondiale – non accede a una connessione internet. Si tratta per lo più di individui in condizioni economiche sfavorevoli, che vivono in aree remote, appartengono a minoranze o sono donne e hanno un basso livello di istruzione.
Gli investimenti degli operatori di telecomunicazioni nell’infrastruttura mobile e nelle reti in fibra saranno un fattore importante per colmare questo divario digitale – anche a questo possono servire i green bond e le proposte per investitori attenti alla sostenibilità.