Occorre tutelare il ruolo del servizio pubblico nel nuovo mercato digitale, mentre la Rai si impegna ad adottare una strategia “Internet first” per rimanere la maggiore fonte informativa del Paese. Sono in sintesi le dichiarazioni del direttore generale Luigi Gubitosi, intervenuto oggi davanti alla Commissione sui diritti di Internet alla Camera, presieduta dalla presidente Laura Boldrini.
Secondo Gubitosi, nella Carta dei Diritti Internet potrebbe essere inserito “il tema della tutela del ruolo dei servizi pubblici nel nuovo mercato digitale. Le politiche commerciali e distributive degli operatori globali di Ott (Over the top) – ha detto il direttore generale – potrebbero relegare in aree marginali le offerte e i servizi dei Public Service Media sulle diverse piattaforme. Inoltre, il dg della Rai ha ricordato la necessità di “prevedere regole omogenee per tutti gli operatori che operano su diverse piattaforme distributive dal punto di vista del pluralismo informativo, proprietà intellettuale e tutela dei dati personali”.
Altro dossier riguarda la privacy. “Nell’universo digitale, per chi si occupa di informazione, è sempre più necessario – ha detto Gubitosi – individuare il giusto equilibrio tra l’interesse pubblico della notizia ed il rispetto della privacy dei soggetti interessati, specialmente se teniamo in considerazione l’infinita memoria della rete”.
Il direttore generale della Rai ha anche annunciato la strategia “Internet first” per la tv pubblica. “Per restare la prima fonte alla quale il pubblico si rivolge sarà importante per il futuro ma anche per il presente adottare una strategia ‘Internet first’. In questa direzione – ha proseguito il direttore generale – vanno tutti i grandi broadcaster europei e mondiali e a livello nazionale ci stiamo muovendo per pensare ad una offerta orizzontale free su tutte le nuove piattaforme”.
Infine, Gubitosi ha posto l’accento sull’alto tasso di analfabetismo digitale degli italiani sul fronte di Internet. “Il 71% degli italiani è connesso alla rete e questa dimensione comprende ogni momento e luogo della nostra giornata. Tuttavia, l’Italia oggi ha un tasso di analfabetismo digitale pari a circa il 30% della popolazione a cui si aggiunge un ulteriore 20% di così detti ‘light user'”. A questo proposito, Gubitosi ha riferito che “in Francia una stima effettuata da Google prevede che la riduzione del digital divide culturale pari ad un solo punto percentuale equivalga alla creazione di 700.000 nuovi posti di lavoro”.