In un solo giorno vengono inviati più Sms di quanti siano gli
abitanti della terra e 140 milioni di persone si connettono a
Facebook; nell’ultimo anno sono state diffuse più informazioni
che negli ultimi 5 millenni e la penetrazione dell’Adsl è
passata nel mondo dal 40% al 90% negli ultimi anni. Un settore,
quello della multimedialità, che non conosce crisi e che cresce al
ritmo del 20% annuo a livello mondiale. Eppure, in Italia ancora il
38% della famiglie è totalmente analfabeta dal punto di vista
tecnologico e non si accosta mai alla rete internet. I dati emersi
durante il convegno “Liquidi, veloci, mobili: contenuti digitali
e risorse della conoscenza” che si è tenuto oggi a Roma,
sollevano il velo sul problema dell’alfabetizzazione informatica
e tecnologica degli italiani.
“Molta parte di responsabilità è da attribuire alla scuola che
non riesce ad insegnare ai ragazzi l’importanza della rete
internet – ha commentato Luigi Gubitosi, Ad di Wind -.
D’altro canto si sta facendo poco anche a livello più alto per
accrescere l’alfabetizzazione, ad esempio l’e-government e il
dialogo con la Pubblica amministrazione per vie digitali sarebbe
strategico”. La chiave di volta resta sempre la banda larga,
fondamentale per la crescita economica, industriale e culturale del
paese, “su cui però serve un piano concreto, non si può
lasciare tutto alla discussione tra gli operatori”, ha rimarcato
Gubitosi.
Una visione condivisa anche da Giovanni Stella, vice presidente
esecutivo di Telecom Italia Media, che parla delle possibili
applicazioni future utili alla collettività, come la telemedicina,
l’e-learning, l’home banking, l’e-government. “Grazie alla
banda larga sarà possibile saldare il gap di know-how che c’è
nel paese e permettere anche a chi è più lontano dalla tecnologia
di utilizzare questi servizi: in futuro potremmo navigare in
internet dalla tv semplicemente usando il telecomando”, ha
ribadito Stella.