“Attacchi strumentali. Troviamo sorprendente che venga ventilato un presunto abuso di posizione dominante”. E’ la replica di Open Fiber ai ricorsi annunciati all’Antitrust da parte di Tiscali e Fastweb, affermando che si tutelerà nelle sedi opportune.
Nei giorni scorsi Fastweb e Tiscali avevano denunciato disservizi e ritardi nelle attivazioni sulla rete in fibra di Open Fiber – l’azienda controllata da Cassa depositi e prestiti e da Enel – su Milano. La denuncia di Fastweb era sfociata in un esposto all’Antitrust, quella di Tiscali nell’annuncio di un esposto: nel mirino un “presunto abuso di posizione dominante nei confronti di un operatore nuovo entrante”. Nell’esposto Antitrust si legge che Fastweb ha dovuto frenare le proprie attività di vendita della fibra su Milano ai clienti, perché Open Fiber non riuscirebbe a soddisfare le richieste (Open Fiber è gestore della rete su cui vanno le offerte di Fastweb a Milano). “Fastweb – si legge – vorrebbe attivare 2.500 clienti a settimana, ma Open Fiber si ferma a 900. Ne deriverebbero danni sia a Fastweb sia ai clienti, costretti ad attendere la fibra per mesi dopo averla richiesta”. E ancora, “a fronte delle doglianze manifestate dalla scrivente, Open Fiber ha replicato sostenendo di non avere a disposizione forza lavoro da incrementare da mettere sul territorio”, si legge nell’esposto; ma Fastweb sostiene non veritiera la motivazione.
Nessun monopolio, ma solo un sovraccarico di ordini, spiega però Open Fiber. “L’offerta di Open Fiber è stata lanciata solo nel corso del 2017. Troviamo sorprendente che venga ventilato un presunto abuso di posizione dominante nei confronti di un operatore nuovo entrante (ricordiamo che Fastweb è impegnata nella realizzazione di una rete in fibra nell’ambito del progetto Flash Fiber con Tim). Open Fiber è un wholesaler che opera su base non discriminatoria per fornire la stessa qualità di servizio a tutti i suoi partner commerciali. Riteniamo strumentali gli attacchi di Fasweb e Tiscali. In particolare la tempistica coincide con le divergenze riscontrate sui tavoli negoziali in essere con entrambi gli operatori”.
Secondo Open Fiber è “sorprendente il riferimento di Tiscali ad eventi che si riferiscono alla scorsa estate e che sono attualmente risolti e gestiti di concerto con la stessa Tiscali. Il sovraccarico di ordini c’è stato durante i mesi estivi dello scorso anno – segno peraltro di un significativo e positivo interesse di mercato per l’offerta in fibra. Per quanto riguarda Tiscali il sovraccarico è stato causato da una mancata pianificazione della stessa Tiscali che ha presentato ordini su Milano e Cagliari in modo massivo e non lineare, con una distribuzione diversa rispetto ai volumi concordati. I volumi delle giacenze sono oggi fisiologici e comunque non esclusivamente imputabili ad Open Fiber”. Al contrario, Open Fiber sostiene che “il tenore e la contestualità degli attacchi” facciano supporre un tentativo di ostacolare l’affermazione sul mercato di un operatore alternativo”.
Un portavoce di Tiscali aveva spiegato che “in merito alla precisazione di Open Fiber, Tiscali smentisce di voler in alcun modo ‘indebolire la credibilità di Open Fiber’, al quale, infatti, ha accordato sostegno fin dall‘avvio. (Tiscali) conferma di considerare la partnership con Open Fiber strategica e che le azioni sono volte a tutelare Tiscali e porsi in condizione di eseguire una più efficiente azione commerciale sul servizio in fibra, che ad oggi è difficile realizzare e, conseguentemente, rafforzare Open Fiber nel fondamentale ruolo di operatore alternativo”.