Il consolidamento tra gli operatori mobili è ormai una necessità pressante. Benoit Hanssen, co-ceo di Wind Tre, mette in chiaro la sua posizione a Telco per l’Italia 2024, nell’intervista con la direttrice di CorCom Mila Fiordalisi: quattro operatori presenti sul mercato sono troppi, perché portano a una competizione eccessiva che spesso si traduce in un abbassamento dei prezzi, spingendo chi non riesce a fare profitti a adottare strategie di sconto aggressive. “La recente fusione tra Vodafone e Fastweb? Un passo importante verso il consolidamento, ma non sufficiente”, ribadise. E ricorda che l’esperienza del Regno Unito, dove la fusione tra Wind Tre e Vodafone è stata approvata dall’Antitrust inglese, dimostra che ridurre da quattro a tre operatori può portare a un mercato più stabile e sostenibile.
Partiamo dal consolidamento: cosa ne pensa delle proposte che sono state messe sul piatto dall’Europa e come pensa evolverà lo scenario?
In Europa abbiamo visto i rapporti di Draghi che danno una base interessante per una politica industriale delle telecomunicazioni, ma si tratta solo di un punto di partenza. Interessanti sono ad esempio i punti relativi all’assegnazione delle frequenze e le indicazioni sulle possibilità alternative alla gara.
Sul consolidamento c’è un’opportunità e qualcosa già si muove. In Inghilterra, che non fa più parte dell’Ue, c’è stata l’approvazione della nostra fusione con Vodafone, che rappresenta un buon modo per fare un consolidamento.
Infrastrutturazione 5G e mantenimento delle tariffe sono tra le misure correttive imposte dall’Antitrust in questo caso.
I remedies proposti sono condivisibili perché vanno bene per il Paese: oggi in Inghilterra l’investimento è il più basso degli ultimi dieci anni e le reti ne hanno sofferto. In Italia possiamo ancora evitare questo, reinvestendo di nuovo, ad esempio sul 5G. Qui la copertura ha segnato un certo progresso, ma ci sono molte zone del paese ancora senza 5G.
Fastweb e Vodafone: la fusione è alle porte. L’operazione risolve lo scenario in Italia?
Noi vediamo positivamente la fusione: è un primo passo. Ma non risolve la situazione sul mercato consumatori mobile, dove siamo ancora quattro operatori. Lo abbiamo visto anche in altri Paesi: con quattro operatori, uno è di troppo e non fa utili. Quindi è necessario trovare una strada per far sì che il mercato rimanga competitivo.
I piani Italia 1 Giga e 5G: nessuno dei due riuscirà a chiudere completamente i gap. La connettività satellitare di cui molto si sta dibattendo, e della quale il sottosegretario Butti ha sottolineato l’intenzione di adozione per le aree più remote, è l’unica opzione?
Trovare una soluzione per tutti è importante per un Paese come l’Italia e per la sua crescita: anche le regioni più remote hanno bisogno di connettività. Bisogna trovare una soluzione laddove il mercato competitivo non arriva. La rete satellitare è una buona soluzione, in quanto complementare alle reti in fibra e 5G. Noi con WindTre copriamo il 98% della popolazione: nel restante 2%, dove non è economico costruire le reti, la rete satellitare diventa molto utile.
2025: che anno sarà per WindTre?
Il 2024 è stato un anno positivo, lo chiudiamo molto bene. Ci siamo mossi bene non solo sulle telecomunicazioni ma anche negli altri settori in cui siamo entrati. Nel 2025 intendiamo crescere e far evolvere ulteriormente questa strategia. Avremo meno lavoro da fare a livello infrastrutturale, ad esempio con la chiusura dell’integrazione di Opnet, e questo ci consentirà di focalizzarci maggiormente sui nostri clienti.