China Mobile completa la prima tranche di aggiudicazione di mega-contratti miliardari per la costruzione di reti Lte nel Paese asiatico: il valore complessivo si aggira sui 20 miliardi di yuan (3,2 miliardi di dollari). La fetta più grossa della torta, corrispondente a circa la metà dei contratti, se la sono aggiudicata, al momento, tutte aziende cinesi: Huawei e Zte. Ai vendor stranieri in lizza sarebbero al momento assegnati contratti corrispondenti a circa un terzo dell’enorme bottino ambito da tutta l’industria Tlc mondiale.
La realizzazione di reti 4G per l’operatore cinese, il più grosso del mondo considerando i suoi 700 milioni di utenti mobili, viene però anche vista come una chiave per la conclusione di un accordo con Apple per l’importazione dell’iPhone low cost, che farebbe da traino per il 4G.
“Era la gara che i vendor internazionali attendevano da mesi” dicono fonti sentite da giornali stranieri. Ma non tutte le speranze sono ancora svanite, per le società occidentali: China Mobile ha ancora la possibilità di aggiudicare altri contratti, e quesrta volta potrebbe “favorire” Ericsson, Alcatel-Lucent e Nsn.
Huawei e Zte si sono aggiudicate circa il 25% ciascuna del totale delle forniture nella gara di China Telecom. Gli europei Ericsson, Alcatel-Lucent e Nokia Siemens Networks hanno ottenuto invece una quota del 10% ciascuna. Il restante a piccoli vendor locali.
La prima ondata di investimenti sul 4G iniziata nel 2010 in Giappone e Corea aveva favorito Ericsson e Nsn mentre la seconda, negli Usa, aveva avvantaggiato prevalentemente Ericsson e Alu. Huawei a sua volta si è aggiudicata parte dei contratti per il 4G europeo l’anno scorso.
La decisione di China Telecom rischia di inasprire una guerra già caldissima. Sono molti i mercati occidentali che preferiscono non utilizzare apparecchiature cinesi per le proprie reti. L’Unione europea sta considerando l’ipotesi di lanciare un’indagine per verificare l’eventuale esistenza di aiuti di Stato illegali ad aziende cinesi che realizzano infrastrutture in Europa: secondo il Financial Times – ipotesi smentita dalla Ue – l’indagine europea è strettamente legata alla gara per la fornitura di apparecchiature Lte in Cina (se le aziende europee si aggiudicassero una quota più grande di commesse, l’indagine verrebbe chiusa), mentre una commissione istituita dal Congresso Usa sta indagando su eventuali rischi per la sicurezza nazionale causati da apparecchiatura cinesi.
China Mobile prevede la costruzione di 200mila base station in 100 città già entro il 2013.