Dopo qualche mese di tregua, il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht è alla ricerca di consensi da parte di singoli stati dell’Ue, per aprire un procedimento formale nei confronti di Huawei e Zte, le due aziende cinesi finite sotto la lente di Bruxelles per presunte pratiche di dumping e aiuti di stato concessi per esportare le loro merci in Europa. Lo scrive la Reuters, aggiungendo che la Commissione Europea da tempo sta raccogliendo prove per aprire un possibile procedimento formale nei confronti di Huawei e Zte.
Manca tuttavia alla Commissione Europea il sostegno degli stati europei, che nei mesi scorsi hanno già criticato lo zelo di Karel De Gucht. Il commissario Ue ha dato il via libera alle indagini si Huawei e Zte senza che vi fosse stata alcuna denuncia da parte di aziende europee del settore. E’ la prima volta che l’Ue compie delle indagini su aziende extra Ue senza aver proma ricevuto una denuncia da parte di un’azienda privata. Tra l’altro, le prime vittime della concorrenza dei competitor cinesi sono Ericsson, Alcatel-Lucent e Nokia Siemens Networks, che a suo tempo si sono rifiutate di collaborare con la Commissione Europea, per timore di possibili rappresaglie commerciali potrebbero subire sul mercato cinese in caso di denuncia.
Nei mesi scorsi, anche il governo svedese e tedesco hanno criticato la volontà di De Gucht di mettere sotto la lente le pratiche commerciali di Huawei e Zte. Tanto che non più tardi dello scorso 20 settembre la Commissione Europeaha fatto retromarcia, sospendendo la controversia commerciale nei confronti delle aziende tlc cinesi, Huawei e Zte, finite nel mirino di Bruxelles, pronta ad aprire un procedimento formale nei confronti di Pechino, per presunte pratiche di dumping commerciale e aiuti di stato concessi alle due aziende per esportare le merci in Europa.
Ma ora, secondo la Reuters, il commissario De Gucht torna alla carica convocando questa settimana a Dublino i ministri del commercio dei singoli stati dell’Ue e vedere che aria tira. Un report interno dell’Ue che risale all’anno scorso raccomandava all’Unione di prendere provvedimenti contro i produttori cinesi di apparati Tlc, perché il loro crescente predominio nel settore dei network mobili li rende una minaccia per la sicurezza.