Huawei porta in tribunale la Federal Trade Commission. L’azienda cinese ha avviato un’azione legale contro l’Authority Usa, chiedendo al tribunale di annullare un ordine della stessa Ftc che escludeva compagnie telefoniche che operano nelle aree rurali dalla possibilità di accedere al fondo governativo Universal Service Fund (Usf) per acquistare apparecchiature fornite da Huawei.
Nella petizione presentata alla Corte d’Appello del Quinto Distretto degli Stati Uniti, Huawei chiede al tribunale di ritenere illegale l’ordine della Fcc in quanto non offre a Huawei le dovute tutele processuali definendo Huawei una minaccia alla sicurezza nazionale.
“Mettere al bando un’azienda come Huawei, solo sulla base delle sue origini cinesi, non risolve le sfide poste della sicurezza informatica”, ha spiegato il Chief Legal Officer di Huawei, Song Liuping, in una conferenza stampa. Secondo Song sia il presidente della Fcc Ajit Pai sia altri commissari “non avrebbero presentato alcuna prova per dimostrare la loro tesi” ovvero che Huawei costituirebbe una minaccia per la sicurezza nazionale e hanno ignorato i fatti e le obiezioni sollevate dall’azienda e dagli operatori nelle aree rurali a seguito della proposta presentata per la prima volta dalla Fcc a marzo 2018.
“Huawei aveva inoltre presentato 21 commenti circostanziati, spiegando in che modo l’ordine avrebbe danneggiato le persone e le aziende che si trovano in aree remote. La Fcc li ha ignorati tutti – ha puntualizzato – Gli operatori nell’America rurale, nelle piccole città del Montana, nel Kentucky e nelle fattorie del Wyoming, scelgono di lavorare con Huawei perché apprezzano la qualità e l’integrità delle nostre apparecchiature. La Fcc non dovrebbe interrompere gli sforzi congiunti intrapresi per collegare le comunità rurali negli Stati Uniti”.
Per Glen Nager, Lead Counsel di Huawei per l’azione legale la Fcc ha semplicemente adottato una norma inusuale che, per sua stessa ammissione, è stata progettata solo in funzione di Huawei e di un’altra società cinese. “La decisione adottata dalla Fcc – ha sottolienato Nager – va oltre l’autorità statutaria dell’agenzia, in quanto la Fcc non è autorizzata a emettere sentenze relative alla sicurezza nazionale o a limitare l’uso dei fondi Usf sulla base di tali sentenze. La Commissione non ha competenze o autorità nazionali in materia di sicurezza.”
La definizione di Huawei come minaccia alla sicurezza nazionale da parte della Fcc mancherebbe anche di supporto legale e fattuale. “Tale definizione si basa su un fondamentale fraintendimento della legge cinese e su accuse e insinuazioni infondate, inaffidabili e inammissibili, non su prove. La definizione è semplicemente un vergognoso pregiudizio”, ha affermato Nager.
Karl Song, Vp del Corporate Communications Department di Huawei, ha chiarito che la norma della Fcc sta mettendo a rischio il miglioramento della connettività nell’America rurale, che dipende dalle apparecchiature Huawei perché altri fornitori non erano disposti a operare in luoghi “troppo remoti o in cui il terreno era difficile, o solo perché scarsamente popolati”. Secondo Huawei il divieto e la conseguente proposta di sostituzione integrale degli apparati, costerebbe centinaia di milioni di dollari e potrebbe persino portare alcuni piccoli operatori al fallimento.