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Huawei vince la causa contro 3GL: gli smartphone non erano contraffatti

La società del Gruppo Internazionale Sisvel aveva accusato la compagnia cinese di avere modificato due suoi brevetti. Ma i giudici del Tribunale di Milano respingono la tesi: nessuna licenza violata

Pubblicato il 25 Mar 2019

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Huawei Italia vince anche il secondo round contro 3GL, società del Gruppo Internazionale Sisvel, che l’aveva accusata di avere contraffatto due suoi brevetti in numerosi modelli di smartphone. Il Tribunale Civile di Milano, che con un’ordinanza collegiale in un procedimento cautelare, ha dato ragione al leader cinese del mercato delle telecomunicazioni, respingendo la richiesta di 3GL di vietare la vendita degli smartphone che, nei mesi scorsi, aveva portato anche a un blocco doganale di migliaia di prodotti all’aeroporto della Malpensa.

Il provvedimento dei giudici conferma la precedente ordinanza di primo grado emessa nel dicembre dell’anno scorso. Lo rende noto Fabrizio Jacobacci, dell’omonimo studio legale torinese di Huawei Italia. I giudici hanno accolto la tesi del legale di Huawei Italia, secondo cui non erano stati violati i diritti di 3GL, tanto più che uno dei due brevetti era anche scaduto.

“Questa pronuncia – commenta Jacobacci – è molto rilevante per il settore della telefonia mobile nell’annosa querelle che vede contrapposto il Gruppo Sisvel, i cui guadagni derivano esclusivamente dall’acquisto di contratti di licenza, riconducibili o meno al cosiddetto standard della telecomunicazione mobile, e le società di telefonia. Queste ultime vengono spesso attaccate in via giudiziale sulla base di diritti non fondati, ma la cui rivendicazione compromette, almeno temporaneamente, la serenità commerciale delle società chiamate in giudizio e sottoposte al blocco delle merci”.

“Nel caso di Huawei – conclude Jacobacci – il Tribunale di Milano ha posto un freno a questa pratica commerciale piuttosto ‘ardita’, oltretutto dando ragione a una società come Huawei, che investe importanti risorse economiche e di personale nel settore della ricerca e sviluppo”.

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