Huawei vuole un posto nella Ngn australiana

Dopo la creazione di un cda locale, il colosso cinese punta più in alto. Jeremy Mitchell, government and public affair: “La nostra esperienza può offrire un valore aggiunto alla futura rete”

Pubblicato il 07 Apr 2011

Il colosso cinese delle attrezzature telecom Huawei Technologies
vuole avere una parte nella costruzione della rete Ngn australiana,
il controverso progetto da 36 miliardi di dollari (australiani,
circa 37 miliardi di dollari Usa) per la rete Internet ultra-veloce
che dovrà coprire l’intera nazione e sarà gestita dallo Stato.
Lo ha fatto sapere uno dei top executive della unit australiana di
Huawei: 
"Pensiamo di avere qualcosa da offrire”, ha
dichiarato Jeremy Mitchell, government and public affairs director
di Huawei Australia. "La nostra esperienza sarebbe un valore
aggiunto per la rete nazionale per la banda larga”.

Mitchell non ha spiegato quali siano gli elementi del progetto in
cui Huawei ha manifestato il proprio interesse presso la società
del governo incaricata di realizzare il network, la Nbn Co., ma ha
ribadito che Huawei è desiderosa di espandere la propria presenza
in Australia: solo qualche giorno fa il gruppo cinese ha annunciato
la creazione del suo primo cda locale e l’intenzione di assumere
200 nuove persone in Australia, portando lo staff da 400 a 600
unità.

Il nuovo board of directors terrà il suo primo meeting a metà
anno. "Dati i nostri forti legami col mercato australiano, era
naturale riunire un gruppo di top manager dell’Australia per
guidare la nostra azienda nelle sue strategie locali", ha
spiegato ancora Mitchell. Huawei Australia ha riportato un
fatturato di 171 milioni di dollari australiani nel 2010, un
incremento del 29% rispetto al 2009.

All’inizio di quest’anno Huawei ha anche firmato un accordo con
Vodafone Hutchison Australia per la realizzazione di una nuova rete
per la telefonia mobile, mentre l’anno scorso Huawei si è
alleata col colosso australiano delle telecomunicazioni Telstra
Corp. per portare al mercato un tablet mobile. 
E a chi, come gli
Stati Uniti, teme la presenza dei cinesi nelle infrastrutture di
rete per motivi di sicurezza, Mitchell risponde che non esiste
nessun rischio e che Huawei è già partner di 45 tra le 50
maggiori telecom mondiali: “Non sarebbe così se non ci potesse
fidare dei nostri prodotti”, ha sottolineato Mitchell, ricordando
che l'azienda sta già fornendo attrezzature per le reti
nazionali per la banda larga di Gran Bretagna, Singapore, Malesia,
Emirati Arabi Uniti e Brunei.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati