Alla fine del 2024, il settore Ict italiano ha visto un aumento significativo sia nel numero di imprese, cresciute del 2,1% (a 132.400), sia nell’occupazione, in aumento del 3,4% (a 631.500). Tuttavia, nonostante questi risultati positivi, il comparto deve affrontare sfide importanti, tra cui la frammentazione e la disomogenea distribuzione geografica. È quindi necessaria un’attenzione particolare per sostenere ulteriormente le pmi e le startup innovative, che costituiscono la parte più dinamica del settore.
Ad affermarlo è l’Osservatorio Trimestrale del settore Ict, realizzato in collaborazione tra Anitec-Assinform e InfoCamere, che ha offerto per la prima volta una visione completa della struttura e delle performance economiche del comparto Ict in Italia, includendo un focus sulle startup e pmi innovative. L’obiettivo è quello di comprendere le evoluzioni del settore, le aree di specializzazione e la capacità di generare valore per l’intero sistema economico.
Indice degli argomenti
Software e consulenza IT i leader
La suddivisione per comparti rivela che il Software e la Consulenza IT dominano il mercato con 56.707 imprese e 379.607 addetti, seguiti dai Servizi IT con 55.292 imprese e 125.430 addetti. Al contrario, le Telecomunicazioni evidenziano una diminuzione delle imprese attive rispetto all’anno precedente.
Lombardia e Lazio in prima fila
Dal punto di vista territoriale, Lombardia e Lazio emergono come le regioni con il maggiore quoziente di localizzazione nel settore Ict, mentre Friuli-Venezia Giulia e Veneto mostrano tassi di crescita significativi. In particolare, in Lombardia si registrano 30.017 imprese Ict con 221.151 addetti, mentre nel Lazio sono presenti 16.255 imprese con 97.537 lavoratori.
Startup e pmi innovative al centro della crescita
Le startup e pmi innovative Ict rappresentano la componente più dinamica, con 10.600 unità attive e una crescita dell’1,8% rispetto al 2023, occupando oltre 50.400 addetti con un incremento del 5,1% annuo. Tuttavia, la crescita demografica di queste realtà ha subito un rallentamento dal 2023, a differenza del settore non Ict che affronta un calo iniziato nel 2022.
Emilia-Romagna: polo emergente dell’Ict
L’Emilia-Romagna si afferma come un hub significativo per l’Ict, con 9.966 imprese e 49.259 addetti. La regione è un punto nevralgico per l’innovazione, con 737 startup e pmi innovative Ict che impiegano 4.226 persone, principalmente nella provincia di Bologna. Nonostante il calo demografico generale nel settore, la crescita delle imprese Ict, specialmente nei segmenti del software e della consulenza IT, continua ad essere robusta, supportata dall’aumento del numero di addetti.
Le sfide ancora aperte
“L’incremento continuo delle imprese e dell’occupazione conferma il ruolo fondamentale del nostro settore per la trasformazione digitale del Paese – afferma Daniele Lombardo, Consigliere Anitec-Assinform con delega alle politiche per la trasformazione digitale delle pmi -. I dati mostrano anche come, a fronte della crescita demografica, esistano sfide significative per il nostro settore a partire dall’eccessiva frammentazione, la disomogenea distribuzione nel territorio inclusala necessità di un maggiore sostegno alla crescita delle pmi e delle startup innovative. L’Osservatorio, insieme al nostro rapporto sul mercato Digitale in Italia, ha il merito di fornire fotografia sempre aggiornata e completa delle dinamiche di sviluppo del nostro comparto. Per questo ci auguriamo che possa essere una solida base di dati da cui partire per definire politiche industriali “data driven” per il settore, così da consolidarne il contributo presente e futuro alla crescita economica alla competitività del nostro Paese”.
“Il passo nel futuro che il Paese deve fare dipende in modo strettissimo dalla forza del settore Ict, sia in termini di dinamiche imprenditoriali sia in termini di crescita di un’occupazione di elevata qualificazione” aggiunge il Direttore Generale di InfoCamere, Paolo Ghezzi. “Il Registro delle imprese si conferma un asset imprescindibile per conoscere da vicino e seguire nel tempo, in modo puntuale e aggiornato, tutti questi fenomeni, cogliendone l’impatto sulla struttura imprenditoriale complessiva del Paese e l’effetto sui territori”.