Il Governo accelera sull’asta Lte ma pesa l’incognita tivù locali

Il ministero dell’Economia punta a chiudere all’inizio di agosto l’iter della gara che dovrà portare 2,4 miliardi nella casse dello Stato. Resta il nodo dell’indennizzo per le emittenti “sfrattate”

Pubblicato il 25 Mag 2011

La gara per le frequenze Lte da 2,4 miliardi potrebbe tagliare il
traguardo in extremis. E’ quanto scrive oggi il Sole 24 Ore
spiegando che secondo l’ultima tabella di marcia che sarebbe
stata stilata dai tecnici del Governo, l’asta dovrebbe tenersi
agli inizi di agosto nonostante i forti timori degli operatori di
tlc che saranno chiamati ad investire per risorse ancora occupate
dalle tv locali.

Se non ci saranno slittamenti della pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale del regolamento Agcom (che dovrebbe avvenire venerdì
prossimo) il d-day potrebbe essere l’8 o 9 agosto prossimi. A
seguire occorrerà circa un mese per completare tutte le procedure
di aggiudicazione in tempo utile affinché gli introiti
dell'assegnazione, stimati in 2,4 miliardi di euro, siano
versati all'entrata del bilancio dello Stato entro il prossimo
30 settembre.

La legge di stabilità prevede un compenso di 240 milioni di euro
per tivù locali "sfrattate" dalle frequenze destinate
all'asta Lte. Ma le emittenti chiedono il triplo, per garantire
che non bloccheranno l'iter di gara con una valanga di ricorsi.
Ieri il tema è stato al centro del Radiotv
Forum di Aeranti-Corallo
, che rappresenta circa 600 emittenti
locali nazionali.

Se da un alto il presidente dell'Agcom Corrado Calabrò auspica
di incrementare l'indennizzo per le tivù locali,
dall'altro il ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani
apre alla possibilità di concedere il 10% dei proventi
dell'asta anche in caso di maggiori introiti, rispetto ai 2,4
miliardi messi in preventivo. Ma Romani considera troppi i 720
milioni chiesti dalle tivù locali.

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