LTE

Il Mise ha liberato le frequenze 800 MHz agli operatori mobili

E’ completo il processo di liberazione dalle tivù locali, fanno sapere da Sviluppo economico. “Pochi gli spegnimenti coatti”. Trovato l’accordo anche per gestire le interferenze tv: sarà Telecom a fare i lavori per tutti, a spese di chi le ha causate di volta in volta

Pubblicato il 02 Gen 2013

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Stavolta è andato tutto liscio: “il ministero allo Sviluppo economico ha dato piena disponibilità delle frequenze 800 MHz agli operatori mobili, visto che abbiamo ultimato la liberazione dalle tivù locali senza intoppi”, fanno sapere dal Dipartimento comunicazioni.

Il Mise è insomma riuscita a onorare l’impegno scritto nel bando di gara per l’asta Lte, che prevedeva la liberazione degli 800 MHz entro il primo gennaio. Idem per le frequenze 2.6 GHz, liberate dalla Difesa. Potranno essere usate subito dagli operatori; Tim e Vodafone già hanno attivi servizi Lte su frequenze 1800 MHz. “Sì, abbiamo a disposizione le nuove frequenze”, fanno sapere da Telecom. “Faremo qualche test. Al momento non abbiamo una tempistica definita per l’utilizzo commerciale”, aggiungono.

E’ andata come previsto, quindi, la marcia a tappe forzate del ministero per liberare le frequenze. La prima settimana di dicembre ha liberato quelle delle emittenti che hanno acconsentito allo spegnimento volontario. Dal 13 dicembre ha dato seguito agli esiti dei bandi di gara: ha assegnato frequenze alternative per le emittenti che si sono piazzate nelle prime 18 posizioni in graduatoria, mentre ha spento gli impianti di quelle escluse. “Spegnimenti coatti? Ce ne sono stati, ma pochi. Tutto sommato, nonostante le cattive previsioni di qualcuno, siamo andati in porto senza problemi. C’è stato solo qualche ritardo nello spostamento degli impianti, per motivi oggettivi”, dicono dal Dipartimento comunicazioni. A chi è stato spento è andato un indennizzo per un totale di 172 milioni di euro.

Intanto, si sta risolvendo anche l’altra grande questione riguardante l’Lte: le interferenze con le tivù. A quanto risulta, gli operatori sono arrivati a un accordo informale e stanno per firmare una convenzione, presso la Fondazione Ugo Bordoni. L’orientamento è di far svolgere i lavori a Telecom Italia, a spese di chi ha causato le interferenze. Gli utenti segnalerebbero il disservizio alla Fub (con un numero verde), che manderebbe tecnici Telecom per installare i filtri. Telecom poi presenterebbe il conto all’operatore che ha causato l’interferenza in quel caso.

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