Stephen Elop, il nuovo numero uno di Nokia, ha già fatto la sua
prima apparizione in pubblico nella qualità di Ceo del leader dei
produttori di cellulari e, non a caso, è stato in occasione di un
discorso in occasione del Nokia developer summit, a Londra.
L’azienda finlandese è convinta che la battaglia per il dominio
del settore si combatterà sempre più a colpi di apps. “Senza di
voi, non possiamo creare l’ecosistema dinamico di cui abbiamo
bisogno per riuscire ad essere competitivi nel mondo”, ha detto
Elop agli sviluppatori.
Prima di essere chiamato a dirigere l’azienda finlandese, Elop
gestiva la Business Division di Microsoft. “E il credo del mio
Ceo Steve Ballmer qual era? Sviluppatori, sviluppatori,
sviluppatori”, ha detto Elop.
Nokia è consapevole del ritardo accumulato in questo settore. I
proprietari di telefonini Nokia hanno in media accesso a 13.000
contenuti, mentre Apple si vanta si poter proporre più di 250.000
applicazioni ai possessori di iPhone e di aver totalizzato 6,5
miliardi di download dal suo AppStore.
Quanto a Google, ormai impostasi come leader anche nella telefonia
mobile, il vice president for engineering Andy Rubin ha rivelato la
settimana scorsa che Android Market, il negozio online di cellulari
basati sul sistema operativo made in Google, conta più di 80.000
applicazioni e ha superato il miliardo di download già
quest’estate. Una guerra di cifre in cui occorre tuttavia
ricordare, precisa La Tribune, che a volte le aziende conteggiano
tra le proprie apps delle semplici suonerie o funzionalità per la
chiamata rapida.
Nokia ribatte comunque di poter ancora contare sulla più vasta
base installata di smartphone (175 milioni, contro 60 milioni di
iPhone e più di 25 milioni di Android stimati) e che farà leva su
questa leadership per cominciare a ragionare in termini di
“applicazioni pertinenti”.
Corteggiare gli sviluppatori fa parte della nuova strategia. Nokia
non è l’unica a perseguirla, visto che la stessa Apple, tanto
severa sul proprio software, ha finalmente allentato le restrizioni
all’uso di Flash. Google è la più lassista, non esercitando
alcun controllo sui contenuti delle applicazioni presenti
sull’Android Market.
La strategia di Nokia è articolata e punta su due pilastri: la
tecnologia, visto che l’azienda ha messo a punto una nuova
piattaforma di sviluppo, il QT kit, che riduce del 70% il numero di
linee di codice per scrivere apps per gli smartphone Nokia con
sistema Symbian, e il sistema di pagamento, che remunera tutti gli
attori della catena. Nokia ha infatti siglato una serie di accordi
che permetteranno ai clienti di comprare le applicazioni tramite la
fattura dell’operatore di rete mobile.
Attualmente, Apple, Google e Nokia pagano agli sviluppatori il 70%
degli introiti delle vendite di apps effettuate nei loro stores e
trattengono il 30%. Se un cliente Nokia può usare la bolletta
telefonica, la quota diventa 60/40, ovvero 60% per gli
sviluppatori, 30% per Nokia e 10% per il carrier, secondo quanto
spiega il Financial Times. Per Nokia, è anche così che si
costruisce un business model che permette di guadagnare dalle apps.
Andrà bene anche per gli sviluppatori? Evidentemente, Nokia pensa
che consentire ai clienti di pagare tramite la bolletta telefonica
sia un incentivo all'acquisto delle applicazioni che hanno un
prezzo (è noto che oggi le più scaricate sono quelle gratis).
Elop promette: le entrate degli sviluppatori cresceranno del 50%.